Monica. Una moglie si racconta -Raccolta di fatti ed esperienze scritte e sparse qua e la in rete.- 2
Data: 01/06/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Monica Prof.
... abbottonato, tra un bottone e l’altro, lasciava lo spazio per le dita che volevano infilarcisi. Lui mentre mi abbracciava costringendomi a schiacciargli il cazzo con il culo, lo faceva. Una mano al seno e una sulla figa. le dita dentro il vestito hanno sganciato i bottoni in quelle zone. Le stesse dita dentro una delle coppe dei reggiseno a raggiungere il capezzolo, stimolarlo giocandoci. Le dita dell’altra mano hanno sganciato dall’asola due bottoni all’altezza delle mutandine , la mano si poteva cosi infilare bene tra le cosce che tenevo ben strette, ma questo non bastava a impedire, anzi, era ancora più eccitante, anche per me e aumentava i miei timori per la previsione che il momento in cui mi sarei lasciata andare completamente sarebbe arrivato prestissimo. Lo spostamento da un lato dell’elastico delle mutandine, il dito che si infila in figa, fino in fondo, il cazzo, ormai di ferro che preme sul culo. Non ho capito più nulla. Stordita, annullata, come in preda ai fumi. Mi ha riportato alla realtà un calore intensissimo, il dolore per l’ invasione. Mi stava possedendo nel modo più osceno: il suo cazzo infilato tutto in mezzo alle mie natiche, per giunta non riuscivo a stare ferma e muovendo il culo glielo massaggiavo. Con due dita mi masturbava fino in fondo e l’altra mano a palparmi il seno. Lui: – aaahhhhhhhhh sssiiiiiiiiiiiiiiiiii, meraviglia sei fantastica. Chiappe dolcissime, tette da paura e mi stai risucchiando le dita… oooosssshhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiii se ...
... continui così tra un po’ mi fai sborrare Gli ho allagato la mano con il succo della vagina mentre mi scaricava lo sperma in fondo, nell’intestino. Sono bastati cinque minuti perché mi chiedesse di succhiarglielo. Gli ho risposto, prendendo un tono da donna che era stata costretta a edere alle prepotenze di un uomo,seppur di giovanissima età, che non se ne parlava proprio. Gli ho intimato che doveva andar via. Sapevo bene però, che se ci avesse riprovato non gli sarebbe venuto difficile possedermi ancora e non sarei stata in grado di opporgli resistenza. Ne avevo voglia anc’io, ma non volevo darla vinta a un ragazzino. Un mio alunno. Proprio in quel momento il campanello di casa ha suonato: ho pensato alla mia salvezza ma anche un filo di sconforto e delusione mi ha assalito: lui non poteva più provarci. Ovviame4nte mi sono mostrata a lui come contenta che qualcuno arrivasse. Aprendo il cancello mentre lui non ne voleva sapere di rivestirsi, con mia preoccupazione, mi sono trovata davanti un uomo sulla sessantina. Altezza pari alla mia, circa un metro e sessanta, un po’ panciuto, stempiato, mai visto prima. Lui: – sei Monica? Alla mia risposta affermativa ha proseguito: – Bobo è dentro? Io: – Bobo? Bobo chi? Qui non c’è nessun Bobo . Intanto spostandomi di lato con un braccio, ha cominciato ad avanzare nel vialetto che dal cancello arriva alla porta di casa. Io cercavo di fermarlo senza riuscirci. Lui: – si , Bobo, Thomas, il tuo alunno quello che mi ha detto che ti scopa. Poi . ...