Monica. Una moglie si racconta -Raccolta di fatti ed esperienze scritte e sparse qua e la in rete.- 2
Data: 01/06/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Monica Prof.
... stringermi il cazzo. Continuava a muovere il culo e quelle cosce fantastiche che si ritrova. Le sono rimasto dentro e me lo ha fatto diventare più duro di prima. Altra grandissima scopata. Avevo anche paura di averla ingravidata. Poi tre giorni dopo me la sono vista presentata mentre chiudevo. Non abbiamo fiatato. Ho chiuso, siamo entrati dentro e senza dire nulla si è messa in ginocchio. Sublime pompino. Bocca stupenda. Poi ovviamente ….. culetto tutto mio. Anche in questo caso è stato stupendo: culetto intatto, non sono riuscito a durare molto, ma gliel’ho aperto alla grande e non voleva andarsene. Piace anche a Giulio e mi ha chiesto se la prossima volta può esserci anche lui o lui al posto mio. Gli piace un casino e se la vuole fare di brutto. Cercavo di far finta di non ascoltare, ma quel racconto faceva i suoi effetti, la mia eccitazione aumentava incontrollata e mi maledivo perché non riuscivo ad evitare che mi accadesse. Conoscevo la protagonista ventitreenne, una ragazza che già da bambina abitava con le suore avendo perso precocemente i genitori,Il tizio che raccontava, visibilmente eccitato, non riusciva a staccare gli occhi dalla mano del ragazzino affondata tra le mie cosce e che io non riuscivo a sfilarmi da li. Eravamo seduti uno a fianco all’altra ad di là del tavolo, mentre chi raccontava seduto in poltrona di fronte a noi poteva vedere tutto. Immaginavo la ragazza, era davvero bella, più alta di me di almeno dieci centimetri, slanciata, capelli lunghi ...
... castano scuri, come gli occhi. Non molto seno, ma un fisico da statua. Effettivamente il suo sedere non passava inosservato e anch’io avevo sentito dei commenti di uomini nei suoi confronti. A scuola essendo colleghe avevamo approfondito la reciproca conoscenza, mi aveva invitata dove abitava, dalle suore e io l’avevo invitata a casa mia, non eravamo distanti, solo un paio di centinaia di metri. Una mattina mentre entrambe avevamo finito le lezioni e salivamo sulla mia auto, un tizio che non ho capito come sia potuto entrare nel cortile della scuola, avvicinandosi a noi ci ha chiaramente detto cosa voleva farci. -Con voi due in scuderia, un uomo si risolverebbe la via alla grande. Ci penserei io a farvi mettere in mostra la mercanzia che nascondete sotto quegli stracci che vi mettete addosso.- Avvicinandosi alla ragazza ha potuto allungare la mano per toccarle la figa. una toccata veloce. Lei ha reagito con un urlo, cercando di allontanare quella mano, come ha indietreggiato , ha battuto il sedere alla macchina. L’uomo ha infilato di più la mano tra le cosce della giovane prof per poi sfilarla, annusarsi le dita e andarsene calmo con un sorriso a tutti denti. Noi, senza dirci nulla, siamo salite in macchina. Non abbiamo fiatato per tutti i cinque minuti o poco più del tragitto da scuola alla zona dove entrambe abitiamo. Un semplice ciao, nessuna voglia di commentare e ognuna a casa sua. Nessuna delle due nei giorni successivi è voluta tornare sul fatto, anzi, cercavamo di non farci ...