Caffeomanzia
Data: 02/06/2018,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Altro,
Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu
Aveva sorriso proprio a lui?Era ormai da un'ora buona che il ragazzo si aggirava per le vie del centro città, sospeso tra l'irritazione di non riuscire ad orientarsi e la piacevole scoperta di angoli e vie spesso ignorate dai turisti. La sua fedele macchina fotografica inghiottiva volentieri tutte quelle forme, quelle accozzaglie di edifici di stili ed epoche così diverse che segnalavano chiaramente il passaggio del tempo, come una stratigrafia (di cui si erano perse chissà quante epoche, nell'eterno rimaneggiamento della Storia).Certo orientarsi non era semplice, dato che al dedalo di vie si aggiungeva quella lingua così diversa, e la sua guida era per una buona metà composta di traslitterazioni in italiano. L'aveva comprata pensando di fare un affare, e si rendeva conto di aver buttato soldi, visto che così non si capivano i nomi delle strade. Sbuffò, cercando di individuare sulla carta almeno il nome del piccolo, minuscolo bar vicino a cui si trovava. Ecco... Forse... Forse era questo, vagamente il nome poteva... No, un accidente, il nome poteva essere qualsiasi cosa. Si arrese all'idea di fare un controllo con lo smartphone, almeno gli avrebbe dato la posizione. Distrattamente cercò il telefono nello zaino, cercando di non strozzarsi con il cordino della reflex, ottenendo solo di far cadere guida e telefono nello stesso istante.�Dai cazzo!� sbottò lui. La magia di quella città stava decisamente scemando nel suo animo in quel momento, soprattutto intuendo una risatina da ...
... qualcuno al tavolo. Alzò lo sguardo seccato pronto a mandare a farsi fottere qualcuno (anche in italiano, avrebbero capito) ma si trattenne di fronte alla proprietaria della risatina e di un sorriso malizioso.Ad uno dei (due, il bar pareva davvero minuscolo) tavolini sedeva una ragazza con i capelli raccolti in una coda, occhiali da sole dalla montatura spessa e un gran bel personalino, con un quotidiano in mano e un caffè fumante sul tavolo. �Serve una mano?� l'apostrofò lei, con un fortissimo accento, sorprendendolo che conoscesse la sua lingua. �No no, grazie... Mi sono solo perso... Un attimo.�La ragazza piegò il quotidiano allungando una mano dalla pelle candida �Perdersi è bello. Ma dammi la cartina, ti faccio vedere dove sei.� Lui la ringraziò impacciatamente e ordinò un espresso ad un cameriere che parve apparire dal nulla. La ragazza sorrise di nuovo.�Cosa c'è?� domandò lui.�Se vuoi un espresso, devi ordinare un 'espresso piccolo', usa pure la parola in italiano... Qui non esiste il caffè come da voi� rispose garbatamente lei, indicando la sua tazza e la caffettiera d'ottone �il caffè è quello turco, fatto con l'ibrick -o D�ezva- e l'espresso è... Una merda, almeno secondo gli italiani.� concluse con un altro sorriso, mentre arrivava una tazzina di caffè fumante ricolma fino all'orlo e dal colorito incerto. Lui ringraziò con un cenno del capo prima di fissarla indeciso sul da farsi. �Sembra caffè solubile scialbo�, ...