1. La mia iniziazione (cap.2)


    Data: 03/06/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: cagnettabianca

    Mi sono chiesta più volte se tutto ciò che accadeva intorno a me non fosse che un incubo, un brutto sogno che si sarebbe concluso con l’apertura delle palpebre. Ho anche sperato nell’arrivo della mia matrigna, che intervenendo con la sua presenza ponesse fine a quel trattamento. I miei rimasero solo desideri, infatti nessuno dei mie pensieri si realizzò. Il dottore continuava indisturbato l’esplorazione del mio giovane corpo mettendo in seria prova e difficoltà sia il mio fisico che la mia psiche. Abusata rimanevo immobile e passiva alla sua dominazione, nelle mani e nella mente di colui che improvvisamente si era catapultato nella mia esistenza con la scusa di un controllo sanitario.
    
    Rigirata sul tavolino del salotto mi ritrovai sdraiata di schiena e con le gambe oscenamente divaricate. I talloni poggiati toccavano le chiappe, le ginocchia alte e le cosce divaricate mettevano in bella vista la mia vergine fighetta rosea e pelosa. La sua voce squarciava l’aria e le sue parole mi ordinavano a rimanere immobile e rilassata. Nonostante l’ impegno non ci riuscivo, ero agitata. I battiti del mio cuore avevano aumentato il ritmo, il respiro era affannoso e un calore pervase tutto il mio corpo. Ero preoccupata e agitata tanto che fu costretto a tirar fuori dalla sua valigetta due cinghie di pelle nera e legare insieme le mie caviglie e miei polsi . Mi bloccò in modo così stretto e determinato in modo da farmi pensare che si sarebbe bloccata nella mie vene anche la circolazione ...
    ... del sangue. La posizione non era delle più comode, volevo dirglielo ma non potevo.
    
    La pallina bloccava la lingua e la voce. Sbavavo. Mi sentivo umiliata come una candida e innocente schiava muta sotto la frusta e il piacere del suo padrone. Emettevo dei suoni disperati , ma tutto era vano. Lui non si curava dei miei gemiti , era troppo intento nella sua ispezione. Presto sentii le sue mani posarsi tra la peluria del mio pube, le sue dita attorcigliavano i miei peli, li tiravano, li torcevano, li accarezzavano spostandosi e soffermandosi all’apertura delle grandi labbra. Il suo indice e pollice avevano preso l’attenzione nel “ martorizzare” il mio clitoride. La pressione delle sue dita aumentava di intensità tanto che presto entrai in una fase di eccitazione. Se ne accorse, mi additò come “cagna in calore” e mi vietò di godere imponendomi all’istante un forte dolore provocato da uno schiaffo sul viso e un preciso colpo sulla figa dato da una cinghia di pelle nera, che era avanzata da prima. Non dovevo permettermi di godere senza che lui me lo avesse ordinato. Dovevo controllare i miei istinti animaleschi. Solo le cagne in calore avevano il mio stesso comportamento e continuando su quella linea dovevo essere punita. La visita medica non poteva diventare un mio piacere sessuale, ma dovevo essere educata a un giusto comportamento. Ero disperata, gli occhi bagnati di lacrime, la bocca e le labbra inondate di bave, umilmente esposta alla sua vista e alla sua volontà quando dalla ...
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