Il cannolo
Data: 13/09/2017,
Categorie:
Etero
Autore: il demone, Fonte: EroticiRacconti
... scoperta, lei fissò per un attimo il risultato e con la lingua me la leccò. Sembrava una ciliegia rossa all'apice del cannolo, leccò piano piano la ricotta, poi tirò la buccia dietro e prese tutta la cappella in bocca, mentre la ricotta le contornava le labbra. «Sapevo che era questo il cannolo che desiderava, lo succhi tutto!» Quando fu sazia e soddisfatta e la pasta si era modellata bene al mio pene, con delicatezza la sfilò. La pasta si allargò delicatamente passando sulla mia cappella, più spessa dell'asta, ma non si ruppe. Quando fu fuori, la poggiò sul tavolo e con la lingua leccò i pochi residui di pasta e ricotta sul pene, poi si alzò e mi baciò tirandomi a se, sporcando le mie labbra di ricotta. Dopo un lungo bacio, mentre lei stava a cosce aperte ed io le strusciavo il mio pene eretto in mezzo alla vagina, mi chinai un po’, lei, capendo le mie intenzioni, mi prese il pene e puntandoselo dentro mi permise di penetrarla con facilità, anche perché ormai era bagnata. Sentivo quanto fosse calda la sua vagina, come un guanto di seta, piano piano si allargava al passaggio lento del mio glande. Andavo con delicatezza vedendo e godendo della sua espressione. Aveva gli occhi chiusi e la bocca spalancata, ansimando piano man mano che entravo dentro lei. Quando fui quasi per metà dentro, con un movimento repentino di fianchi la penetrai in profondità e rimasi per un attimo fermo, lei spalancò gli occhi e trattenendo il respiro disse: «Ti sento, fino in fondo». Spingevo forte, ...
... tenendola per i fianchi, mentre le sue mani cercavano stabilità lungo i bordi del tavolo da lavoro. «È caldissima Sara, la sento mia.» le dicevo, spingendola a me e ad ogni colpo del mio pene sentivo che contraeva i suoi muscoli. «Fammi venire. Lo sento tutto. Sì, sì... sbattimi!» Portò la sua mano destra sul clitoride, piegò la testa in avanti, quasi volesse vedere la penetrazione, iniziò lentamente a far roteare il palmo della sua mano sul clitoride facendo dei versi osceni: «Ah, ah… bello!» Fu proprio allora che sentii il rumore della campanella della porta, era entrato qualcuno. Alzai gli occhi verso la finestrella, che dalla porta del laboratorio dava al bancone e prima di riuscire a vedere chi fosse sentii una voce: «Signor Carmelo, sono Vincenzo il cugino del prete». A tali parole il mio cuore si fermò, poi dalla finestrella lo vidi. La signora Sara era immobile, ma sentivo che contraeva di più le gambe. «Salve», dissi. «Scusi, ma sto lavorando», mentii. «Posso aiutarla?» La signora Sara capì che suo marito non poteva vederla e ossessivamente iniziò a spingere i suoi fianchi verso me e a toccarsi con foga, come se la voce di suo marito, mentre veniva scopata da un altro uomo, l'eccitasse più di ogni altra cosa. «Ha visto mia moglie?» mi domandò. Mentre io muovevo i fianchi lentamente, risposi cercando di rimanere impassibile. «È passata prima e mi ha detto che a breve verrà». A quelle parole lei, in un raptus erotico, si toccò e mosse i fianchi con il mio pene dentro, ...