I vizi della Signora
Data: 07/06/2018,
Categorie:
Incesti
Autore: Greta21, Fonte: EroticiRacconti
La vita spesso è strana, e ci cambia le carte in tavola. A me è successo a 38 anni, quando dopo 15 anni di matrimonio abbiamo deciso di lasciarci, dopo anni di un'indifferenza sessuale da farmi convincere di essere una donna fredda. Siamo benestanti, posso tranquillamente vivere senza dovere lavorare, ho lasciato la villa, troppo grande per una persona sola e da qualche mese vivo in un piccolo ma lussuoso appartamento del centro. Sono bella, formosa. Direi procace, con il culo tondo e un seno pieno e sodo. Mi è sempre piaciuto vestirmi in maniera elegante, con tailleur e camicette attillate. Per civetteria fine a se stessa, persa nel mio torpore sessuale. Fino a quella mattina. Uscii dal bar dove avevo fatto colazione, distrattamente. Passai davanti ai tavolini quasi deserti sulla strada quando sentii una voce, a mezzo tono, dire "bisognerebbe sbattersi quel culo sodo". Mi voltai per rispondere piccata, e mi trovai di fronte mio zio Gino, un uomo anziano, verso la settantina con un'espressione viscida in volto che mi guardava sfacciatamente il seno. Non so cosa mi disse la testa. Mi sedetti al tavolino di fronte a lui e gli dissi che non c'era problema. "Zio, se vuoi anche subito". Fra i denti gli sentii sibilare "sapevo che eri una troia", a voce più alta mi chiese quanto volessi. Lo guardai interrogativa, e nella mia testa già vorticavano pensieri su come avrei potuto tirarmi fuori da quel pasticcio. Mi disse che ero una signora, ma chiaramente rigida e impacciata, se ...
... volevo mi avrebbe dato venti dollari. Mi alzai, pensando di andarmene di corsa, ma sentii la mia voce rispondere che si poteva fare, mentre lo guardavo negli occhi. Mi prese per il gomito dirigendomi verso una vecchia auto ammaccata, quella che usava per i lavoretti in campagna. Salii, non sapevo davvero cosa dire. Guidò per una ventina di minuti uscendo dal paese ed accostò in una posizione parzialmente protetta dalla vegetazione. Tremavo, ero tesissima e imbarazzata. Lui reclinò i ribaltabili, mi spinse contro lo schienale e iniziò a toccarmi dapprima sopra la camicetta, poi misi le mani sotto, scoprendo il seno. Ansimava, ridacchiava. Mi chiamava con appellativi offensivi, ma di fatto stavo facendo la puttana, e anche a poco prezzo. Quando arrivò al pube, senza svestirmi, si limitò ad alzare la gonna e spostare le mutandine, sentii le sue dita affondare dentro, senza problemi, scivolando nell'abbondante liquido che avevo emesso. Iniziai a gemere io, al suo tocco mi trovai a godere fino all'orgasmo. Ero stravolta, io, così sempre a modo, sempre controllata, mai fuori posto. Lui si slacciò i pantaloni e scoprì un cazzo semifloscio che mi chiese di succhiare. Me lo trovai in bocca, il sapore salato del sudore e dell'urina. Pensai di vomitare ma non lo feci. Il cazzo si inturgidì nella mia bocca e allora mi fece spostare; mi venne sopra e mi scopò. Sentivo la sua carne sfregare contro la mia e nel tempo che venne (e mi venne dentro spruzzandomi con la sua sborra) io raggiunsi altri ...