Il venditore ambulante 4 -chiedimelo- xi
Data: 08/06/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Soundserio
... l’operaio. Le palle erano grandi e rotonde, ricoperte da una leggera peluria, le avvolsi per bene non scordando neppure un centimetro –“Aaaahhhh”- gemeva dall’alto il biondino. Iniziai a mordicchiare piacevolmente, stava impazzendo e, quando non se lo aspettava, risucchiai completamente in bocca un dei due testicoli ciucciandolo tutto –“Cazzo se sei bravo!”- esclamò soddisfatto dalla prestazione linguale.
Sputai fuori il testicolo ed acchiappai l’altro con la stessa intensità regalando lo stesso trattamento. Sottostante a quel nerchione lasciai scivolare via il testicolo e, senza l’aiuto delle mani, tirai fuori la lingua risalendo l’intera asta dal basso partendo dalla base sino alla cappella rosea che, con un leggero movimento, Claudio infilò nella bocca –“Aaaahhhh siiii”- ansimò iniziando a sentire il glande avvolto da un caldo umido che iniziava a insalivare cappella e asta –“Sii prendilo tutto”- iniziava a lasciarsi andare –“Ti piace cosi?”- domandai con il glande sul naso mentre la lingua proseguiva a leccare la parte posteriore del pene –“Si, continua”- afferrando la testa e spingendola giù contro le palle –“Aaah Aah Ahhh”- dava di matto. Dal taschino il suo telefonino cominciò a squillare e, mentre si continuava a godere il pompino senza mani, guardò lo schermo e subito rispose –“Si?”- , -“Dove diamine sei andato a prendere il cemento?”- era Giacomo il principale che richiamava l’operaio –“C’era traffico, dieci minuti e sono da voi”- riattaccò la telefonata –“Dai ...
... fammi sborrare cazzo”- riprese e spingere a fondo l’uccello –“Sii siii siii cosi”- , -“Dai che devo andare succhia”- continuava a inveire. Acchiappai la base e senza fermarmi con la bocca cominciai a segarlo con estrema velocità –“Sii cosi cosi che sborro”- , -“Mmmmh”- ansimavo con la bocca piena –“Eccomi eccomi cazzoo oo oo ooo”- allagò la bocca di calda sborra –“Mmmm”- risucchiai per l’ultima volta il cazzo e sotto il suo sguardo, mentre si chiudeva il pantalone, aprii la bocca mostrandogli come lo ingoiavo tutto –“Che troia”- disse poi prendendo il telefono dal tavolo e andando via. Gustai quel dolce sapore e tornai su in piedi andando in camera da letto per vestirmi, erano già le nove e trenta passate, da li a poco sarebbe dovuto arrivare il figlio di Franco. Preso dall’indecisione non sapevo proprio che indossare, l’ultima volta andò via senza dire una parola, non sapevo se gli sarebbe andato di giocare ancora. Aprii l’armadio e tirai fuori il vecchio jeans strappato sul culetto e posizionandolo bene sul letto lo fotografai e accompagnai l’immagine con un –“Ti aspetto”- , volevo conoscere le sue intenzioni, io avevo ben chiare le mie. Cominciai a vestirmi e tenei d’occhio whatsap, quando comparve online lesse il messaggio ma non rispose, allora imperterrito scrissi un altro messaggio –“O preferisci che non indossi niente?”- questa volta sotto il suo nome comparve “Luigi sta scrivendo…” passai quei secondi di attesa con ansia –“Gabriele mi spiace, ma passo a prendere solo ...