Luciana [1]
Data: 11/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: foreignpress
Che posso dire? L’avevo conquistata. Non so perché, non ho un’idea precisa di quello che l’aveva sedotta – se si era accorta che, nel ciondolare ogni due pomeriggi dal suo appartamento al mio, sotto la tuta non portavo le mutande, o se aveva apprezzato che sapevo parlarle con un garbo appuntito e già rodato, da conquistatore attivo, mentre credeva di doversi rassegnare alla galanteria arrapata di uomini stanchi, dalle tecniche stantie. So solo che un giorno, forse al tredicesimo appuntamento (me lo ricordo, il tredici, perché ci aveva fatto caso lei, e dopo qualche tempo me l’aveva detto, che “uno e tre in qualsiasi ordine le portava fortuna”), aveva ceduto. Fermi sull’uscio, poco prima che andassi via, aveva accettato e ricambiato un bacio con la lingua. E sfiorato inavvertitamente la mia erezione sotto l’acetato, il mio sesso contro la sua coscia. Due sere dopo, finita la lezione, mi ero alzato già eccitato e le ero andato incontro, e poco prima di baciarmi si era sfiorata tra i jeans, in mezzo alle gambe, quasi senza pensarci: ero certo che fosse bagnata.
Sono un ricercatore, un ingegnere, e per un periodo (avevo ancora 24 anni) l’ho affiancata su richiesta del marito, per preparare un concorso o un test d’aggiornamento, non mi è mai interessato più di tanto. Io vivo col mio migliore amico, un agente di commercio, e loro sono (erano?) i miei dirimpettai: lui è un istruttore di palestra, lei lavorava in uno studio di commercialisti familiare, ma da circa sette anni era ...
... in una specie di congedo, nel senso che stava a casa e faceva quello che le pareva: più avanti mi aveva spiegato che il fatto di non riuscire ad avere figli almeno all’inizio l’aveva portata a fare controlli su controlli, che le richiedevano tempo, e poi si era abituata; il marito, però, la vedeva depressa, e l’aveva spinta a fare questo concorso per cui, come ho già detto, lui stesso mi aveva chiesto una mano. Mi stava simpatico, soprattutto lui: serio e bello, in forma, un uomo che non dà l’idea di uno che sta per essere tradito, ecco, ma di quello con cui si tradisce. Avevano entrambi quasi cinquant’anni, lei 44 e lui 48. Lui, come ho detto, molto in forma. Lei pure: non altissima ma bella, occhi grandi e ben proporzionata: un fisico da ex allenata.
Luciana, si chiama.
Insomma, quel primo bacio l’avevo aspettato e un po’ provocato, lo ammetto. Scherzavamo, flirtavamo, ci incontravamo sempre più svestiti (lei coi pantaloncini aderenti e le canottiere della corsa, con flip fliop melanzana e unghie smaltate di nero, io con le infradito bianche e la tuta da ginnastica, e qualche maglietta squallida dei tempi dell’università), una volta aveva detto di avermi sentito scopare con una ragazza, e io ne avevo approfittato per fare il misterioso, anche se non era vero.
«Non è la mia ragazza. Non ce l’ho una ragazza», avevo detto.
«Sembrava soddisfatta», aveva risposto lei.
«Per questo non ce l’ho, una ragazza».
Rideva, di queste piccole cose.
Una notte, saranno ...