1. I palestrati - parte 3


    Data: 15/06/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Satyricon, Fonte: EroticiRacconti

    ... caso, e tutti e otto vi svuotarono dentro le proprie palle. Era una fortuna che prendesse la pillola, ma a quei porci non sembrava importargliene molto, visto che nessuno chiese a Sofia se potevano farlo senza rischi. Quanto agli orgasmi, la mia fidanzata stavolta ne ebbe almeno il doppio rispetto a prima. Quando anche l’ultimo del gruppo ebbe eiaculato nella fica di Sofia, tirai un sospiro di sollievo. Adesso sono soddisfatti e ci lasceranno andare, pensai. E invece no, l’incubo non era ancora finito. «Adesso tocca a te scopare, succhiacazzi!» mi fece Mario. «Ti abbiamo preparato per bene la fica, entrerà sicuramente!» Gliel’avevano preparata, eccome! Il mio cazzo non ebbe il minimo problema ad entrare, visto che già otto nerchie più larghe si erano fatte strada in quella passera. L’interno era traboccante di sperma altrui, il frutto di otto poderose sborrate. Se succhiare cazzi e vedere Sofia usata da quei porci era stato tutto sommato e inaspettatamente eccitante, sentire il mio pene che affondava in quel mare di seme era a dir poco rivoltante, ma non volevo dare ai miei torturatori la soddisfazione di vedermi frignare e cominciai a scopare la mia donna senza lamentarmi, senza lasciare trapelare il mio disgusto. Gli otto palestrati osservavano quella scena con quei loro odiosi sorrisetti compiaciuti stampati in volto, in piedi ai lati di Sofia. Mi avevano umiliato su tutta la linea, avevano calpestato la mia virilità e il mio orgoglio, si erano scopati la mia ragazza ...
    ... in ogni orifizio. E non avevano ancora finito. A un certo punto, un getto di calda urina partì dal cazzo di uno di loro e inondò i seni di Sofia. I suoi compagni lo imitarono presto, svuotandosi le vesciche sul petto, sul ventre, sulle gambe di lei così come si erano svuotati le palle nella sua fica. Nessuno puntò su di me, ma immancabilmente gli schizzi di piscio mi colpirono. Imperterrito continuai a stantuffare la fica della mia donna con sempre più vigore, sfogando in quel modo la rabbia che sentivo salire dentro di me. Quando finalmente raggiunsi l’orgasmo, aggiungendo la mia sborra a quella di quegli otto porci, mi lasciai andare a un gemito liberatorio, poi scoppiai a piangere. Ormai non c’era più bisogno di trattenersi, mi avevano portato via qualsiasi residuo di dignità. «E’ tardi, noi andiamo» annunciò a quel punto Mario, come se nulla fosse. «Noi veniamo spesso qui, quindi… ci si vede» E se ne andarono così, senza nemmeno degnarsi di aiutare la mia ragazza a ripulirsi dalla stessa urina con cui l’avevano sporcata. Io rimasi inginocchiato sul telo, come in uno stato catatonico. Non versavo più nemmeno lacrime. Sofia invece si tirò su a fatica, stremata dopo tutto quel sesso, e andò a darsi una bella ripulita. Mi riscossi dal torpore in cui ero caduto quando sentii la mano della mia donna sulla spalla. «Tesoro…» mi disse, con un tono tenero. «Mi dispiace se sono andati un po’ troppo oltre…» Un po’ troppo oltre… le avevano farcito la fica di sborra come un bignè, mi ...