La donna della famiglia
Data: 17/06/2018,
Categorie:
Incesti
Autore: Tibet, Fonte: EroticiRacconti
Tutto precipitò con la perdita di mamma. Tutte le nostre certezze, speranze e sogni, caddero come un castello costruito con le carte da gioco sotto un forte soffio di vento. Non restò nulla di quanto avevamo prima. Nulla. Solo dolore. Eravamo soli, io, mio padre e mia sorella. Soli e infelici. Soli e impreparati. Soli e disorientati. Poi… piano piano mia sorella prese in mano la situazione, non le ci volle molto tempo, alcune settimane e diventò la donna della famiglia. Nel senso più completo della parola. Naturalmente era più giovane allora, appena 21enne e aveva in programma di andare a convivere con il suo ragazzo, di costruirsi una vita autonoma mentre frequentava l’università ma si adattò, si sacrificò per il bene comune, restò in casa presumendo forse che lì a poco il tempo avrebbe risolto tutte le cose. Non fu così, lei restò in casa e anche il suo ragazzo mostrò lo stesso alto grado di adattamento, lei lo riceveva alcune notti la settimana nella sua camera e a lui andava bene così. Sapeva, sapeva ogni cosa, lei non gli nascose mai nulla. Lo so perché la controllavo. Lei era diventata la figura femminile per eccellenza. Il mio riferimento. Seguivo ogni sua mossa. Cercavo di intuire cosa pensava e le sue intenzioni. E facevo ogni cosa che desiderasse. Era bella mia sorella. Lo è naturalmente ancora, anche ora che io vivo lontano e lei ancora condivide l’appartamento con mio padre e il suo uomo che nel frattempo ha sposato, lo ha convinto ad accettare questa ...
... situazione, lui è contento. Torno nella casa familiare volentieri sapendo che anche per me lei ha ancora la disponibilità di allora, immutata anche ora a distanza d’anni. Bruna, i capelli lisci, occhi neri e un bel corpo. Belle gambe lunghe, bel seno. Ora arriviamo al punto di partenza della vicenda. Com'eravamo combinati ve l’ho detto. Mio padre viveva come instupido dal fatto, si vestiva e andava meccanicamente in ufficio, al lavoro. Tornava solo a sera e si ritirava silenzioso nei suoi pensieri. Mangiava poco e subito si rinchiudeva nella sua camera, quella che era di lui e mamma. Si emarginava volontariamente. Non conosco il momento esatto che le cose cambiarono. Una notte mi capitò di uscire per bere o andare al gabinetto, non ricordo il perché, so di preciso che passando davanti alla porta della camera di mio padre sentii dei gemiti, al momento credetti che fosse mio padre che piangeva e quasi con pudore feci per allontanarmi, ma poi i gemiti mi sembrarono diversi, gemiti di donna, gemiti di piacere? Possibile? Chi e cosa poteva essere? Mio padre e..? O forse la televisione che teneva in camera? Ma presto collegai mille cose, l’atteggiamento protettivo che mia sorella aveva assunto nei suoi confronti, il suo diverso modo d’essere, lui ora era più sereno, leggero e a volte allegro e come guardava sua figlia? Mia sorella? A volte non sembrava uno sguardo carico di amore? Si… o era amore o era una grande riconoscenza. Ebbi la certezza aprendo la porta della camera di mia sorella e ...