Dottoressa - Cap. 3
Data: 14/09/2017,
Categorie:
Tradimenti
Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti
... spumante. Tempi di esposizione ridotti al minimo, gli schizzi d’alcol ripresi al dettaglio. Vincenzo ha improvvisamente la salivazione abbondante, muove la lingua assaporando l’idea di quel taglio di carne dolce e aromatizzato. Ma che razza di fotografie si è fatta? Che succede? Chiude gli occhi. Li stringe forte. Respira. Poi li riapre, sbattendo le palpebre più volte. Forse è il fumo che gli soffoca lo sguardo. Forse. Un’altra fotografia adesso, la sua Luana, il suo volto a tutto schermo, gli occhi chiusi e la bocca aperta, trasfigurata dal piacere. “Probabilmente si sta toccando”, pensa lui. Vincenzo continua a stritolarsi il pisello con la mano, un movimento isterico e continuo, come avesse un tizzone di sigaretta che gli brucia nelle mutande. Poi ancora, un altro file, un’altra sorpresa, inquadratura stretta sulle grandi tette della sua donna, strizzate dalle sue bellissime mani, sembrano ancora più grosse. Le unghie, insolitamente dipinte di nero, contrasto violento con la pelle rosata messo in risalto dall’illuminazione diretta. I capezzoli duri fra le dita, le areole increspate, invito goloso a farsi leccare, farsi succhiare. Nel ritratto successivo il campo è di nuovo largo, Luana ha un’espressione divertita e sorpresa, si stringe i seni mentre qualcuno le versa di nuovo addosso quel nettare dorato. Qualcuno. Qualcuno chi? La crepa si apre, piano. Chiude gli occhi, apre gli occhi. Guarda. Non può non guardare. Non vuole, non guardare. Le ultime tre foto sembrano ...
... raccontare in successione lo stesso momento e quando vede la prima non può, più, avere dubbi. La sua ragazza, apparentemente in ginocchio in una stanza che lui riconosce essere il loro salotto, completamente nuda tiene salda un grosso cazzo con la mano e ride. Forse è la prospettiva fotografica che lo inganna, una visione in soggettiva che lo illude, per un istante, di essere lui quell’uomo fortunato che si sta facendo masturbare l’uccello da quella dea sorridente. O forse è il labirinto elettrico del cervello ad avere sentieri imprevedibili, totalmente sconosciuti fino all’istante in cui si accendono, lasciandoti secco. Vincenzo ha le convulsioni, stringe forte i denti e va in corto circuito, forse aveva già capito, forse non avrebbe mai voluto saperlo ma la cosa che lo stende definitivamente è il fatto che lei, ride. Chiude gli occhi. Lei ride. Nello schermo nero dei suoi pensieri da vita a quella foto. Piccoli fotogrammi in movimento, frustate di luce dritte nel cervello, voci e risate che squarciano il silenzio. “Toccami il cazzo” dice lo sconosciuto nella sua testa. Vincenzo riapre gli occhi, respira forte, gonfia le narici, come una bestia in gabbia. Chiude gli occhi. “Toccami il cazzo, dai..” Apre gli occhi e li sbatte più volte, incredulo e disperato. Chiude gli occhi. “Toccami il cazzo dai, puttana!” e lei, ride. La sente ridere con una gioia cristallina che lui non conosce, ride divertita e imbarazzata dal piacere che sta per dare a quell’uomo senza volto. È tutto buio ...