Sviluppi imprevisti - barcellona (11)
Data: 21/06/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: crigio
Mentre io e Pino siamo sdraiati sulle panche dentro la cabina a riprenderci dalla scopata con i due gemelli, la porta si spalanca ed entra l’uomo in harness che prima ha fottuto il mio amichetto. Si precipita su di lui e, afferrandolo per un braccio, lo spinge verso l’uscita. Poi viene da me e mi trascina fino al corridoio.
Ci spintona attraverso i cunicoli della sauna finché arriviamo davanti ad una stanza. La porta è socchiusa: sbircio e mi sembra di vedere qualcosa muoversi. Un’ennesima spinta ci costringe ad entrare.
Un tipo di spalle, anche lui con un harness pettorale, sta armeggiando con qualcosa. Guardandolo meglio, mi rendo conto che è una montagna di muscoli: ha due spalle gigantesche che confluiscono a V in una vita stretta e in un culo perfettamente inguainato in una culotte di latex. Le cosce nerborute si appoggiano su due polpacci prorompenti che terminano in un paio di scarponcini militari.
Il tipo si volta: “E così siete italiani, eh?”, chiede, senza aspettarsi in realtà una risposta. È mastodontico: i pettorali sembra che gli stiano per scoppiare e la cintura che glieli stringe pare voler esplodere. Sull’addome è evidentissimo il six pack e, più giù, un altro pacco desta la nostra curiosità. Sotto la plastica delle mutande, un affare nodoso si attorciglia per ogni dove e, per le dimensioni che deve avere, non riesce a trovare una direzione unica.
“Ma dove siamo finiti?”, mi chiede Pino, basito. “Nel paese delle meraviglie?”.
“Non lo so, ma ...
... sento che mi sto bagnando!”, gli rispondo. Poi, mi accorgo che il tipo, un ragazzo direi, con una mano si sta lubrificando l’altra e tutto l’avambraccio, tenendolo piegato verso l’alto.
“Ehi, piccoletto!”, sborra, rivolto al biondino.
“Sdraiati sulla sling! Veloce!”, gli ordina. Pino, ipnotizzato, si dirige lentamente verso l’amaca che pende dal soffitto in mezzo alla stanza, senza distogliere lo sguardo dall’energumeno. Si corica sulle cinghie e solleva le gambe, che vengono subito legate dall’uomo che è venuto a prelevarci. A seguire anche le sue mani vengono bloccate e il mio amico si ritrova in completa balia dei nostri due carcerieri.
“Io mi chiamo Thor, e dopo capirete perché!”, si presenta il ragazzo, continuando a lucidarsi il braccio e avanzando verso Pino. Quando arriva davanti alle sue terga, gli porta la mano lubrificata in mezzo alle chiappe e lo accarezza. Al contatto, il biondino si acciglia e sospira profondamente. La mano dell’energumeno è enorme e il suo braccio muscoloso fa impallidire il culetto del mio amico.
“Adesso ci divertiamo! Ti va?”, gli fa Thor.
“S… sì…”, ribatte Pino, intimorito, spostando rapidamente lo sguardo dall’energumeno a me e di nuovo a lui. Il ragazzo lo penetra con un dito, che gira e rigira, tastando ogni centimetro delle pareti del suo sfintere.
“A quanto pare sei già aperto!”, costata Thor. “E sei pure bello bagnato!”. Poi, abbassa la testa e vedendo del liquido bianco uscire dal buco di Pino, aggiunge: “Ma questa è ...