L'attrice
Data: 22/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: ceasar12, Fonte: EroticiRacconti
... serata passa tranquilla, tra bicchieri di champagne e sbirciate sotto le gonne delle ragazze che generosamente facevano intravvedere le mutandine molto ridotte. Alla fine della serata, con le ragazze nuovamente alticce mi chiedono informazioni su altri locali della zona dove poter mangiare qualcosa e tirare mattina. Anzi, mi invitano ad andare con loro. Io, controllato che tutto fosse in ordine e chiuso il locale mi aggrego alla comitiva. Andiamo in un locale, mangiamo schifezze, beviamo ancora. L’attrice inizia a lasciarsi andare e a diventare più loquace. Mi racconta flash della sua vita da jetset, aneddoti, particolari che in qualche occasione assumono rilievi tristi e mentre racconta, un po’ ubriaca, si lascia andare a qualche abbraccio nei miei confronti. Diversi avventori, passando davanti al tavolo, riconoscono l’attrice e incuriositi, guardando meglio, riconoscono anche me ( ero pur sempre il direttore di un locale alla moda) e con occhiate di invidia si chiedevano come potessi aver fatto a trovarmi li. Nadia ( questo era il nome dell’attrice) si alza per andare al bagno, visibilmente barcollante. Ritorna dopo pochi minuti e si riaccomoda con noi. Ha qualcosa nella mano che fa vedere alle amiche: sono le sue mutandine, un tanga bianco traforato che confida essersi tolta perché lo ha bagnato con un po’ di pipi. I miei occhi scivolano subito tra le gambe di Nadia, cercando di scorgere qualcosa. Riesco a vedere un frangente della sue grandi labbra in uno dei suoi ...
... frequenti movimenti improvvidi. Nadia beve ancora un po’ e mettendomi le braccia al collo avvicina la sua bocca al mio orecchio:” vuoi passare la notte con me? Non voglio rimanere sola stanotte e le due oche delle mie amiche sembra abbiano da fare”. Effettivamente, preso dal cercare di vedere la sua assenza di mutandine, mi ero distratto e le due amiche di Nadia si erano lasciate andare con due ragazzi che si trovavano nel locale. Deglutisco, mi passano mille pensieri nella testa, annuisco. Ancora non ho capito bene cosa sia successo ma Nadia ha chiesto a me di passare la notte con lei. Mi guarda come una gattina smarrita, mi bacia soavemente un orecchio, mi chiede di andare, di accompagnarla. Acconsento, Nadia parla qualche secondo con le amiche e si avvia verso l’uscita, con me alle spalle come un cagnolino, tra gli sguardi curiosi delle ragazze e invidiosi increduli dei maschi. È visibilmente a un passo dall’essere ubriaca, mi chiede quale sia la mia macchina. Gliela indico, avevo una bella macchina per quei tempi, una vera calamita per le ragazze. Sale, salgo anch’io e mi da indicazioni su dove andare. Apre il finestrino: l’aria della macchina in corsa accarezzava i suoi capelli scuri e lei era come rapita dalla tranquillità di quel momento. Ma è solo un momento: si solleva e si toglie il vestitino, rimane solo con le scarpe addosso. “ho caldo, tu non hai caldo? Cosi sto bene”. Abbassa un po’ il sedile e si lascia andare. La guardo passando sotto i lampioni: bella, con un ...