Tagliati fuori - iii parte
Data: 26/06/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FinnTanner
... spingerlo di nuovo dentro tutto con forza, facendo sbattere le palle sul culo alla fine della corsa.
Ero posseduto e volevo godermi ogni istante. Mi chinai e strinsi una mano alla sua gola, e gli imposi di arcuare la schiena, permettendomi di entrare ancora un poco più a fondo. Il suo buchetto era scivoloso per tutto il presperma che stavo riversando in lui.
«Non fermarti! Non fermarti, ti prego, continua!» Ripeteva Daniele, implorandomi, quasi in lacrime.
Lo morsi e baciai sul collo, facendolo contorcere e tremare. Stava cercando di spingere se stesso ancora di più contro il mio cazzo. Lui non voleva tutto questo, ormai ne ero certo, ne aveva bisogno quanto me.
Portai una mano alla rigida asta tra le sue gambe e la trovai fradicia. «Sei venuto?» Gli sussurrai all’orecchio.
Lui non rispose, invece si spinse nuovamente contro di me.
Mi sfilai e lo feci voltare bruscamente. Volevo guardarlo negli occhi. Il suo viso era macchiato di lacrime e stranamente questo mi fece eccitare ancora di più. Gi sollevai le gambe e spinsi il mio uccello nel profondo del suo buco con un movimento rapido. Le mani di Daniele strinsero le lenzuola e arricciò le dita dei piedi. Il suono delle mie palle che schiaffeggiavano ritmicamente le sue natiche e i nostri gemiti ormai erano gli unici suoni nella stanza.
Stavo sudando copiosamente e gocciolavo su Daniele, il suo corpo scintillava. Gli lasciai andare le gambe e lui sospirò di sollievo. Durò solo un istante, perché lo presi ...
... per i polsi portandoglieli sopra la testa. Lui gemette e mi strinse istintivamente le gambe intorno ai fianchi.
Non potevo durare ancora molto. Gli tenni i polsi saldamente stretti e le mie palle iniziarono a contrarsi. Poi spinsi un ultima volta e in quel momento vidi le sue labbra socchiudersi. «Ti amo!» Sussurrò in affanno.
Non potevo più trattenermi. Solo un altro colpo, forte. Daniele gemette di piacere. Poi il mio sperma bollente si riversò dentro di lui, in un luogo freddo, in profondità, non avevo mai provato niente del genere.
Adesso era tutto perfetto. Due corpi fusi in uno solo. E per un attimo non pensai a nulla. Persino il tarlo che mi rodeva il cervello con le sue domande incessanti era quieto. E così mi addormentai, completamente rilassato, stringendo Daniele al mio petto. Senza dire nulla. Non ce n’era più bisogno.
Quando mi svegliai Daniele dormiva ancora. Il suo viso era completamente rilassato, innocente. Rimasi a fissarlo ammirato, attento a non turbarne in alcun modo la quiete. Anche io dovevo dirglielo.
Poi, un movimento al limite del mio campo visivo mi fece irrigidire e subito scattai a sedere sul letto, votandomi nella sua direzione. Al mio fianco Daniele si agitò nel sonno a causa del mio movimento repentino e un attimo dopo socchiuse gli occhi, mi guardò assonnato e sorrise.
Lo ignorai a fatica, tenendo lo sguardo fisso davanti a me e anche lui allora si voltò seguendo i miei occhi verso la poltrona ai piedi del letto. Il capitano ...