Vite disordinate - Jean-Pierre.
Data: 28/06/2018,
Categorie:
interviste,
Autore: Tibet
Quando rientrai quel tardo pomeriggio trovai la mia padrona di casa che mi aspettava. -Tu prendi la valigia e te ne vai... subito!-. Che dire? La facevo disperare con l'affitto di quella stanza, tergiversavo, la evitavo. Mi guardava senza animosità, così come un qualcosa da mettere nel passato. Un piccolo inconveniente. -Vieni in cucina, ti faccio un caffè poi sgombri senza storie...- Era estate e faceva caldo. Vivevo e tutto mi sembrava senza importanza, la sera mi rintanavo in una stretta viuzza vicino a Via Margutta dove c'era una serie di trattorie a buon mercato, una strada, allora, piena di gatti e stranamente il menù di queste osterie prevedeva sempre spezzatino. C'era di tutto, pittori, scrittori, comparse, attricette, con un unico denominatore comune... essere pseudo di qualcosa e essere degli sbandati in cerca di fortuna. Si leggeva delle poesie, si pensava di essere il centro del mondo, le pareti dei locali erano piene di dipinti dati in cambio del cibo. E ti facevano credito se ti accontentavi di spezzatino di gatto. Aver avuto soldi allora? Ti scopavi fiche infinite con la sola spesa della cena. Sarei andato a stare da Jean-Pierre, il mio amico nero della Costa d'Avorio che si stava laureando in medicina. Aveva un appartamento in Viale Somalia con una stanza libera, minuscola. Il problema era che questo fottuto bastardo aveva sempre da scopare. Romane porche che gli sbavavano dietro. La fila aveva. E lui era un cesso. Un metro e sessanta di un brutto estremo. Che ...
... fiche si scopava. Senza fatica. Vedere per credere. Chissà quante ore avrei dovuto passare per strada mentre lui faceva andare il pennellone. Presi tre bus e filobus per arrivare in Viale Somalia, io e la mia valigia mezza vuota. Lì elemosinai da Jean-Pierre un posto da dormire. Per adesso mi dice lui. Non ti voglio come ospite fisso. Ah... l'inizio? Sono sulla porta d'ingresso e mentre sto per suonare si apre la porta ed esce una stra fica, alta, bruna, capelli lunghi alle spalle, occhi di un verde smeraldo! Bella quanto e più di una attrice. Lui è alto un metro e sessanta? Si... forse! Lei lo passa via di venti centimetri. Un perfido nano, storto e brutto come il peccato. Ed è anche uno stupido coglione. Ora... sto porco gira per casa nudo con il cetriolo tutto sborrato che penzola e si vanta. Lei lo ha visto dalla finestra di casa sua e ha voluto scoparselo. Al solito. Non è la sola. Beato lui. Vedere per credere. Il cazzo nero tira a Roma. Sbavano. Lo vedono e si sciolgono. Diventano liquide. Vedere per credere. Il nero era trendy, non come ora che ce ne sono troppi. Il tipo ha un incarico alla ambasciata ivoriana, che potrebbe fare di utile uno così? Leccare i francobolli? in realtà non fa assolutamente un cazzo, è spesato, studia gratis. Mangia e scopa, non fa un cazzo di niente. Fanculo. La stanza è piccola, ci sono due materassi sul pavimento e basta. La valigia devo metterla per terra. Lui entra, chiarisce... -Quando scopo tu sparisci, resti chiuso nella tua stanza, ...