Ti detesto (parte prima)
Data: 29/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: petronius
... buona dose.”
M: “E sentiamo, di che dose avrei bisogno?”, ha ripreso la sua baldanza, la sua spocchia.
Io, avvicinandomi a meno di un palmo dal suo viso: “Hai bisogno di una bella dose di cazzo! Hai bisogno di una bella scopata, anzi, di farti montare, magari ti scrolli di dosso un po’ di acidità! Hai bisogno di uno che ti prenda e ti sbatta come si deve.”
M: “Ah…e tu saresti quello che mi dovrebbe sbattere? Eri un moccioso 15 anni fa e non sei cambiato granché. Vai a farti dare un po’ di latte dalla mamma, magari poi ti passano questi pensieri da grandi.” Ed apre la porta e fa per entrare.
Quand’è troppo, è troppo!
Metto un piede in mezzo alla porta ed entro dietro a lei tirandole un sonoro schiaffo sul culo. Si volta ancora con quello sguardo di superiorità. Mi chiudo la porta alle spalle ed allungo una mano sulla sua gola afferrandola, ma senza stringere, giusto per dimostrarle che se solo volessi…
M: “Vediamo cos’hai il coraggio di fare…lo sai che se voglio ti mando in ospedale.”
Stringo un po’ e continua a guardarmi con sfida, ma non reagisce.
Io: “Bene, se è questo che vuoi. Mi fermerò solo quando mi supplicherai!”
Stringo ancora un po’ e la porto ad inginocchiarsi davanti a me e nel frattempo apro la patta e lo tiro fuori, già duro per l’eccitazione di quel momento d’ira.
“Apri quella bocca da pompini” le dico.
Esegue.
Le infilo la cappella in bocca guardandola e lei continua a guardarmi allo stesso modo.
Le afferro i capelli ...
... corti e glielo spingo fino in fondo e la tengo ferma.
“Dicevi di essere una brava pompinara, vediamo se raccontavi balle.” Tossisce per l’ingombro della mia cappella in gola, ma non demorde.
Dopo una trentina di secondi il suo sguardo cambia e da sprezzante diventa intimorito ed io aumento la forza con cui le tengo il cazzo piantato in bocca.
Cerca di allontanarsi, ma non ce la fa ed inizia a far forza sulle braccia, a spingere, a dare pugni, schiaffi e mugugna, grugnisce col mio cazzo ben fermo ed il suo naso a contatto del mio pube.
Sarà passato un minuto in tutto e smette di picchiare e vedo finalmente che ha cambiato modo di guardarmi…tra le lacrime per i conati vedo timore e…desiderio.
Le tiro i capelli e l’allontano dal mio cazzo. Tossisce e prende fiato. Sputa saliva bianca e viscida che le imbratta il mento.
Mi accuccio per guardarla in faccia sempre tenendola per i capelli: “Allora, stronza, mi supplichi di smettere o mi preghi di continuare?”
Tra fiatone e colpi di tosse sussurra: “Usami”
Mi alzo tornando ad avere il suo viso davanti al mio cazzo. Lei prova ad imboccarlo, ma la tengo per i capelli e non glie lo permetto, “Se non vuoi imbrattare quel bel vestitino è meglio che ti spogli.”
In ginocchio sfila il vestito e subito dopo il reggiseno rimanendo in autoreggenti e brasiliana.
Apre di nuovo la bocca, ma continuo a trattenerla ad un paio di centimetri dalla cappella, “Ti ho detto di spogliarti e non mi sembri nuda!” nel frattempo le ...