Possederla a tutti i costi
Data: 30/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Orice
... abbassava lo sguardo e capii che così non saremmo mai riusciti a parlarne.Allora decisi di aspettare la fine della giornata e quando chiudemmo l'ufficio la raggiunsi in ascensore e cominciai a parlarle. "Ne dobbiamo parlare. Cosa ti è preso l'altra sera?" le dissi prendendola per le spalle.Lei mi guardò con aria quasi terrorizzata, ma capì che non poteva più fare la vaga e quindi si sforzò di rispondermi. "I-io... non avevo capito che... tu... insomma, non credevo che io ti piacessi" mormorò.La guardai con aria interrogativa e lei continuò: "Io... non sono il tipo di donna che credi... non so... tu sarai abituato a ben altro... mi vergognavo... forse è meglio lasciar perdere". E abbassando lo sguardo, tentò di liberarsi della mia stretta. Io fermai l'ascensore tra i piani e la feci appoggiare alla parete. "Tu mi fai impazzire" le sussurrai in un orecchio e tentai nuovamente di baciarla. Lei fece per scansarsi ma le afferrai il mento e la tenni ben ferma. Il solo assaporare quelle morbide labbra me lo fece alzare e quando sentii che anche lei rispondeva al bacio intrecciando la sua lingua con la mia, mi divenne duro come il marmo.Eccitato come non mai, cercai con le dita l'apertura a zip dei pantaloni e una volta aperti glieli calai. Lei si irrigidì ma io continuai a baciarla e con una mano le portai la braccia sopra la testa, dove gliele tenni ferme, mentre con l'altra mi insinuavo nelle sue mutandine. Quando le mie dita scivolarono sul pube tra il morbido pelo insinuandosi ...
... tra la calda apertura lei gemette e arrossì. La baciai sul collo e lei socchiuse gli occhi e aprì leggermente la bocca: ce l'avevo in pugno. Lentamente le infilai il medio nella stretta apertura e la sentii umida e avvolgente. Con il pollice le massaggiavo il clitoride pulsante, guardandola godere e gemere ritmicamente.Il mio membro era talmente gonfio che avrebbe spaccato i pantaloni: ero eccitato da morire ma sapevo che non potevo avere tutto subito. Così mi inginocchiai, e senza che lei avesse il tempo di fermarmi le calai ulteriormente le mutandine e mi fiondai con la bocca sul suo sesso insinuando la lingua tra le dolci labbra, leccando il suo caldo umore e assaporando quella figa meravigliosa.I suoi gemiti aumentarono e ogni volta che la mia lingua passava sopra al clitoride la sentivo quasi tremare. Con le mani le divaricai ancora di più le cosce, volevo che fosse mia, volevo averla tutta, volevo quella figa succosa. Tornai ad infilarle un dito nell'apertura e nel frattempo lavoravo il clitoride con la lingua finché in un coro di gemiti e fremiti, la vidi inarcare il busto e un fiotto di umore mi inondò le labbra: era venuta. Leccai tutto il suo dolce succo e quando mi alzai in piedi, il rigonfiamento dei pantaloni più grosso che mai, ammirai la scena: era ancora poggiata alla parete, le gambe divaricate, la figa gocciolante, il petto ansante e gli occhi ancora chiusi. E non era finita qui.***Dopo quell'episodio feci finta di ignorarla per qualche giorno. In realtà a ...