..e lei
Data: 30/06/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Simone Turner
... non era così. Invece di lasciarla sola, l’uomo la liberò dalla struttura e la trascinò su un piano, dove la spinse giù, serrandole le caviglie agli anelli posti negli angoli. Tutto il peso gravava sulle sue braccia strettamente legate, ma si costrinse a tacere mentre sentiva le dita dell'uomo tastare le labbra della sua fica. «Hai davvero una bella fica,» disse lui mentre le tirava le labbra, poi spinse dentro con forza due dita. Amelia si contorse mentre quelle dita prepotenti esploravano le sue pieghe interne. L’uomo aggiunse un terzo dito, poi un quarto, e i suoi modi divennero ancora più insistenti, più rudi. Amelia ripensò al suo fidanzato Davide, a quanto era stato gentile quando aveva preso la sua verginità, sussurrandole dolcemente all’orecchio quanto stesse bene con lei. Amelia si perse nei suoi ricordi mentre l'uomo allargava sempre di più la sua carne. Si riscosse con una smorfia solo quando lui poggiò la testa sul suo inguine e trovò la clitoride con i denti. La morse prima usando gli incisivi, poi, girando la testa, afferrò il piccolo bocciolo tra i molari, stringendolo finché lei non gridò. Calde lacrime scorsero dai suoi occhi sotto il cappuccio di cuoio che l’accecava. Respirò affannosamente quando l’uomo rilasciò la sua clitoride, rilassandosi per il momentaneo sollievo. Ben presto però scoprì che era stato un errore, perché l'uomo all’improvviso spinse l’intera mano nella sua fica già distesa al limite. Cominciò a deflorarla vigorosamente, prima spingendo ...
... dentro la mano fino al polso, più in profondità ad ogni spinta, e poi sempre più a fondo fino a colpire la sua cervice con forza. Ci volle molto tempo prima che l’uomo si stancasse di quel gioco. Amelia si contorse e lottò contro le sue spinte, ma non c'era niente che potesse fare affinché lui desistesse. Alla fine tirò fuori la mano e si ripulì sul suo seno. «Ecco fatto, puttana, hai il permesso di ringraziarmi.» Amelia singhiozzò per il dolore e l'umiliazione. Doveva ringraziarlo per aver fatto a pezzi le sue parti interne? «Gra.. Grazie,» biascicò nonostante tutto, in agonia. «Ben detto, fica.» Disse lui chinandosi, e la baciò con passione sulle labbra. «È un piacere farti male,» proseguì soddisfatto, quasi dolcemente. «Sei una brava schiava.» Poi la gettò nella gabbia, un piccolo spazio appena sufficiente a farla inginocchiare. Allacciò i polsi con un cappio al collare di cuoio che indossava, e la chiuse dentro. Amelia sapeva che la tregua non sarebbe durata, così fece del suo meglio per dormire un po' in quella posizione scomoda e dolorosa, inginocchiata sulle barre d'acciaio che attraversavano il fondo della gabbia. Sospettava che fosse una cuccia per cani di qualche tipo, ma era solo un’ipotesi dato che era stata bendata per tutto il tempo. Dopo pochi minuti, nonostante tutto, scivolò in un sonno agitato. Sembrava passato solo un secondo quando fu svegliata. Venne tirata fuori dalla gabbia e le sbatterono la bocca contro l'inguine di uno dei suoi tormentatori. «Hai due ...