1. La bibliotecaria e il soldato. 2.


    Data: 03/07/2018, Categorie: pulp, Autore: Tibet

    Per Virginia le cattive notizie arrivano presto. Appena posa la borsa sulla scrivania suona il telefono. -Vieni da me in pausa.- Eccolo. Sempre pronto a scopare il vecchio porco, ma quanto le fa schifo e nello stesso tempo riesce ad inquinarle la mente? Lui e le sue pretese, lui e quel suo cazzo grosso e scuro, la sua perversione, la grande vitalità sessuale. Intanto pur sapendo che potrebbe ribellarsi in ogni momento si arrende alle sue richieste. Non capisce la propria voglia di subire, la voglia assurda dell'umiliazione e del dolore, lui, il porco, le ha chiesto di venire in ufficio indossando reggicalze e intimo sexy e lei lo fa. Vestita normalmente sopra, da troia come lui chiede, sotto. Oppure lo sa il perché? Si, lui ha scoperchiato il vaso di Pandora, ha liberato il male del mondo che nel caso di Virginia è la consapevolezza della sua depravazione, perché di depravazione si tratta. In pausa lo raggiunge, passa il solito esame delle occhiate libidinose del segretario, un essere immondo a suo parere, che la guarda e si lecca le labbra con intenzione, è convinta che si seghi mentre ascolta i suoi gemiti e i ruggiti del suo suo capo mentre questi la scopa. -Eccoti finalmente! Ora spogliati, tutta. Tieni solo reggicalze, calze e scarpe.- Lei esegue tutto come sempre, tutto quello che le chiede. -Metti il busto sul piano della scrivania... ora ti rompo la fica.- Sente il grosso cazzo cercarla, spingere e infine penetrarla con forza, emette un gemito. -Sei bagnata, troia! Ma ...
    ... hai sempre voglia di fottere?- Prende a vangare nella sua fica con forza, colpi su colpi, sbatte forte contro le sue natiche piene, ma quanto dura? I colpi contro il suo culo sono rumorosi, immagina il segretario che ascolta e si sega, si bagna tantissimo ora, ma come sempre non raggiunge l'orgasmo. Il porco continua, i colpi diventano martellate, lo tira fuori e lo rimette con un vigore da toro e lei diventa liquida, il suo umore scende sulle cosce, ma non gode anche se la mente è completamente presa dalla violenta penetrazione. Si sente violata, si sente violentata e gode del suo essere vittima. Si sente sporca e ne prova un insano piacere. Il grosso porco le sborra dentro, poi la fa rivestire e la manda via. Lei esce, piena della sborra e del suo umore, il segaiolo la guarda, sorride lubrico, l'annusa intenzionalmente mentre gli passa accanto. Pensa... “Senti l'odore di fica? Vorresti porco, eh? Ma a te non la do... ucciditi di seghe!” E ora? Costretto all'inattività, fermo come una semplice macchina fuori uso. Non lo sopporta! Deve, deve stordirsi. Nel tardo pomeriggio esce. Più tardi mangia qualcosa, non gli importa cosa, basta che sia commestibile. E si mette alla ricerca dei suoi antidepressivi personali. Fica… che cerca in qualche chiavatoio, dove a volte scopa senza pagare se trova qualche sbandata come lui in cerca di un momento di piacere o se non trova si butta su qualche addetta al business del sesso e la paga, si ripara con la tipa in qualche loculo d’albergo e ...
«123»