1. 119 - Maria violentata diventa la puttana del gruppo


    Data: 18/08/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Autoerotismo Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... le loro serve e amanti. Salvo poi buttarci via quando il nostro corpo non risponde più ai canoni della gioventù e della bellezza. Certe violenze, vengono considerate e valutate come un diritto che gli uomini vantano su di noi. In certe regioni, specie nella mia, su mille casi di stupro, anche casalingo intendo, ne vengono denunciati si e no tre o quattro, gli altri le stesse donne non li denunciano perché in fondo fanno parte dei diritti che i maschi hanno nei nostri confronti.Queste cose, ai miei tempi ci venivano inculcate dalle nostre madri stesse e nel mio caso specifico mi resi conto che guardando uno degli uomini che mi aveva stuprato, non riuscivo a dimostrargli rancore, in fondo si era preso solo ciò che era suo diritto pretendere. Così successe che lui, mi accarezzasse il viso e che io non facessi nulla per impedirglielo e che il bellimbusto mi chiedesse un appuntamento e che io, imbambolata, persa nei suoi occhi di ghiaccio, glielo concedessi.Un paio di giorni dopo, lasciai il bambino in custodia ai miei e con una scusa mi allontanai. Uscii dal paese e mi inoltrai a piedi per una stradina, di quelle con il muretto di pietre da entrambi i lati, che serpeggiava fra gli ulivi e mi conduceva verso una cava abbandonata. Dopo una decina di minuti giunsi a destinazione, mi fermai lì e attesi, lui arrivò con una bella macchina dalla strada principale, si infilò in una strada sterrata e si fermò al riparo di un grosso masso. Lo raggiunsi e mi sedetti al suo fianco, parlammo ...
    ... forse per cinque minuti, poi per noi parlarono le nostre mani. Più le sue delle mie, pareva che ne avesse una decina di mani, mi toccava dappertutto, ripassava la antica lezione, ma lo faceva con più attenzione, dolcemente, con perizia e capacità. Sapeva toccare i miei punti sensibili e così io non capii più nulla e ottenebrata dai sensi lasciai che agisse sulla leva del sedile facendolo scendere lentamente. Poi tirò fuori dal portafogli un preservativo e lo indossò quindi mi fu sopra, io sotto il suo magnifico corpo, pieno di muscoli e in continuo movimento, gli concessi la mia intimità ancora una volta. Beh, la prima volta se l�era presa, mentre ora io ero perfettamente consenziente. Mi piacque in modo pazzesco, fu molto, ma molto diverso da ciò che provavo quando lo facevo con mio marito, il mio orgasmo fu una esplosione che mi lasciò ansimante e tramortita, lui mi accarezzò nuovamente il viso, mi guardò negli occhi con il suo sguardo torbido e velato dalla passione, mi baciò dolcemente sulle labbra e infine mi rimise seduta e mi aiutò a ricompormi. Da quel momento divenni la sua amante. Divenni anche una troia vera, una femmina perennemente in calore, disposta a tutto pur di soddisfare le voglie più strane del mio pretenzioso maschio. Trascorsero una decina di giorni da quella volta nella cava e lui un giorno si fece trovare quasi davanti a casa mia. Finsi di non vederlo ma lui passandomi vicino lasciò cadere nella mia busta della spesa un bigliettino. Sopra erano scritte ...