1. Il gitano madrileno


    Data: 07/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano

    ... ricordo bene).
    
    Più si avvicinava e più ne avevo paura, pur rimanendone affascinato. Ma dove mi ero andato a cacciare? Ero lì, assolutamente solo e avrei dovuto affrontare un uomo che con un cazzotto avrebbe potuto uccidermi e derubarmi. Non un’espressione, non un sorriso. Prima di raggiungermi mi indicò col dito dietro l’angolo della palazzina e capii che mi stava segnalando il vero ingresso della sauna. Ci arrivammo insieme. Insieme entrammo, pagammo ed entrammo nello spogliatoio. Durante tutta la svestizione non mi tolse gli occhi di dosso, mai una volta. Due occhi neri anch’essi e profondi che non trasmettevano nessuna emozione, solo durezza e ferocia. Io lo guardavo di soppiatto. Era troppo bono ma anche troppo pericoloso. Sui 30 anni o poco più, la pelle olivastra. L’aspetto era di uno zingaro ma uno di quelli autoctoni della penisola Iberica, i Gitani. Mai si sarebbe potuto dubitare che quel tipo non fosse etero o che avesse certi interessi. Ma quella nazione, come ho detto, viveva di contraddizioni.
    
    Entrato dentro mi trovai in un ambiente ben curato e rilassante. Luci soffuse, una leggera musica di sottofondo e molto spazioso. Si sviluppava su tre piani: uno sopra ed uno sotto quello d’ingresso. Una impressione completamente diversa da quella che avevo avuta dall’esterno. Volli visitarla tutta: il salotto, l’angolo bar, le docce, la piscina, le due saune (secca ed umida), i camerini, la sala di proiezione con dei grandi gradoni davanti allo schermo per ...
    ... sedersi. Lui sempre dietro di me. Ovunque andassi me lo ritrovavo a fissarmi. Non mi lasciava tregua. Più lo evitavo e più me lo ritrovavo davanti. Ero veramente preoccupato e combattuto.
    
    Mi sedetti sull’ultimo gradone in alto per gustarmi un bel video porno per rilassarmi ed eccitarmi nel vedere tanti bei culetti deflorati da tanti ancora più bei cazzoni da monta. Pochi minuti ed eccolo là. Non venne a sedersi accanto a me e provarci, come avrebbe fatto chiunque. Voleva essere il mio incubo. Si mise sulla porta d’ingresso della sala, di fianco allo schermo, appoggiato allo stipite, sempre con lo sguardo su di me. Molti sbavavano a vederlo, lo strusciavano “casualmente”, ma lui niente, vedeva solo me.
    
    Che dovevo fare? Sta il fatto che, forse eccitato dal video o forse spinto dall’incoscienza, alla fine cedetti. Scesi dalla scala, uscii dalla sala passandogli accanto ed entrai in un camerino molto spazioso. Mi seguì dentro e chiuse la porta. Ero alla sua assoluta mercé. Non un gesto gentile e sempre quello sguardo di ghiaccio. Si tolse l’asciugamano dalla vita e mi strappò via anche il mio. Una mano sulla testa e fui subito al cospetto del suo scettro del comando. Lungo, venoso, enorme ed ancora moscio, a contatto con la sacca dei coglioni grossa e pendente. Se lo prese in mano e me lo mise in bocca senza tanti preamboli.
    
    Cominciai a non capire più niente. Succhiai, leccai, pompai, lo assaporai, respirai l’odore inebriante dei genitali di un maschio puro (o impuro, come ...