Maledetta guerra
Data: 07/07/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: benves
18 Novembre 1943
Vivevo con i miei in un piccolo paesino della Garfagnana, avevo 18 anni, c'era la guerra, i Tedeschi erano tra noi.
alle 5 del mattino sentimmo bussare alla porta...
“Aprite la porta, per Dio!”
Nessuno si mosse.
I miei genitori ed io eravamo semplicemente pietrificati, ammutoliti dalla paura.
L'istinto ci spingeva a comportarci come quegli animali selvatici che quando avvertono la presenza del predatore si fermano, si rannicchiano, si fanno piccini piccini e chiudono gli occhi, sperando contro ogni probabilità di essere risparmiati.
” Aprite, luridi bastardi! “
Un calcio o una spallata incrinarono pericolosamente l'assicella di legno che sbarrava la porta.
Un secondo colpo la fece letteralmente scoppiare in una fontana di schegge e subito dopo loro si riversarono dentro.
Erano in cinque o sei, non ricordo bene. Sporchi, con la barba lunga e quell'odore selvatico di chi vive nei campi.
“ Perché non volevi aprire, eh, vecchio coglione? “ un manrovescio centrò il viso del babbo e il colpo fu talmente inatteso e violento da farlo ruzzolare per terra.
“ E alzati, su, non fare la commedia che tanto con noi non attacca! “
tuonò all'indirizzo del babbo l'uomo che l'aveva colpito, un giovane robusto che dimostrava la metà degli anni del babbo e che, a differenza di lui, non aveva certo i polmoni rovinati da una vita di lavoro in acciaieria.
Contemporaneamente un altro, un ragazzino che avrà avuto si e no sedici anni, scovò me ...
... e mia madre impaurite, rannicchiate vicino alla vecchia stufa a legna
“ Eccone altri! “ grido' eccitato, e subito ci puntò contro il suo schmeisser, il suo fucile mitragliatore tedesco.
Sorrideva.
“ Hop! “ uno scatto in avanti col busto e con le braccia, poi ancora un sorriso.
“ Hop! “...
Dio... ad ogni scatto mia madre gemeva ed io mi stringevo istintivamente a lei, come se avesse il potere miracoloso di proteggermi.
Ogni volta mi sembrava quasi di sentire gli spari e le pallottole che entravano nel petto, invece erano solo i rintocchi del mio cuore.
“ Ma guarda cosa abbiamo qui “ esclamo' uno degli altri uomini.
Spostò in malo modo il ragazzino col mitra, si avvicino a noi sorridendo come una faina e mi accarezzò piano la guancia. Poi scese, Scese lungo il collo, la gola, le spalle... quando arrivò al seno la sua mano si chiuse ad artiglio. Non lo strinse forte, ma di certo ne saggiò la consistenza e lo esplorò con gusto.
Scattai indietro e cercai di sottrarmi alla sua presa.
Ero troppo spaventata per riuscire ad organizzare una difesa più efficace: non ero nemmeno in grado di sillabare un semplice "no".
Fu un suo compagno a salvarmi: “Lascia perdere, non abbiamo tempo per queste boiate... Magari dopo, eh? “ a quel “dopo” io e mia madre ci guardammo terrorizzate.
Lo stesso individuo si rivolse a mio padre “Allora, vecchio, vediamo di fare in fretta.
Dimmi dove hai nascosto la farina e noi ce ne andiamo, capito? Farina, patate, rape... ...