1. Racconto di Natale. Il terremoto, gli spettri.


    Data: 16/09/2017, Categorie: pulp, Autore: Tibet

    ... progetti politici, di utopie senza sostanza ma sapeva di mentire, lo aveva fatto per egoismo. La sua presunzione, il suo ideale sporco ma travestito di bianco di bucato. Ad un tratto si accorse che parlava al nulla. Lo avevano lasciato solo. Gli spettri erano tornati nel loro mondo. Nel mondo dell’ombra. Solo. Era solo. Perché lo avevano lasciato? Preferiva la loro compagnia alla eterna solitudine. Preferiva le accuse, le offese, che davano modo alla sua volontà di espiare di continuare ad essere presente, viva, assillante. La solitudine era una condanna? Era quello il modo di pagare? O era la solitudine malata che portava alla pazzia? Diventare pazzo e fuggire la realtà, vivere nell’immaginario. Nascondersi in un bozzolo di seta, come un baco che non potrà mai trasformarsi in farfalla. Oppure morire e trasformarsi a sua volta in un fantasma? Un fantasma che odia se stesso. La sua sofferenza non avrebbe mai più un limite di tempo, sarebbe eterna. Sarebbe per sempre. Per sempre… per sempre. Nota. Un accenno a Dickens, dal quale ho attinto qualcosa usando a mio modo la figura di Ebenezer Scrooge dei “Racconti di Natale” e a Ibsen, Spettri... le ombre del passato. Un grazie a Scopertaeros che mi ha fatto ricordare dei fantasmi. T.
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