1. Il ragazzo del coro


    Data: 12/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul

    ... diavolo ce l’aveva duro, come me d’altronde. Lo sentivo sotto il sedere.
    
    Quella sera finì in una risata e nell’enunciazione dei suoi propositi di vendetta.
    
    Un’altra volta, pochi giorni dopo, stava suonando un pezzo jazz, molto movimentato. Una musica che mi diede la carica necessaria ad un altro attacco, oppure dovrei dire approccio.
    
    Feci come avevo fatto la prima volta e finimmo presto per terra, ma questa volta fu lui a finire seduto sulla mia pancia. Il mio uccello era duro già prima che cominciassi ed essendosi seduto sopra, la cosa non gli sfuggì.
    
    “Ce l’hai duro, Davide?” mi chiese.
    
    Ero molto sorpreso dalla sua franchezza e soprattutto ero imbarazzato di essermi fatto cogliere in quelle condizioni. Ma il mio disagio durò pochissimo, perché capii che mi si stava presentando una grandissima occasione.
    
    “Scommetto che anche tu ce l’hai duro!” dissi di rimando, anche se la mia voce era un po’ soffocata, perché ero terribilmente emozionato.
    
    Se l’avevo imbarazzato con la mia osservazione, non lo diede a vedere. E pensai a quanto sembrasse diverso dal pudico ragazzino che avevo conosciuto alla prima riunione del coro del liceo, solo qualche mese prima.
    
    “Io ce l’ho sempre duro!” disse lui ridendo maliziosamente.
    
    “È quello che dici tu?” mostrai scetticismo “Bene… non ci credo!”
    
    Senza dire altro mi prese la mano e la mise sull’uccello.
    
    “Ci crede adesso, signore?” disse sorridendo con affettazione.
    
    Certo che ci credevo ed era anche una sensazione ...
    ... bellissima sentire sotto la stoffa dei pantaloni quel bel pezzo di carne.
    
    La franchezza di Carlo mi aveva donato la sicurezza che non avevo mai avuto prima, perciò decisi di osare il tutto per tutto, confessargli che l’amavo e non so più che altro. Cominciai però dagli aspetti più materiali.
    
    “Mi chiedo se hai voglia di farmelo vedere, ma credo che non vorrai…” buttai là con una affettata noncuranza che non l’ingannò certamente.
    
    Mi guardò fisso per un tempo che mi parve un’eternità, poi si alzò e mi disse:
    
    “Va bene!”
    
    Avevo il cuore in gola e lo stomaco non molto più lontano, mentre lo guardavo mettersi di lato a me, slacciarsi la cintura, sbottonarsi i pantaloni, abbassarseli fino alle caviglie. Ero ancora a terra e guardando da sotto le sue gambe lunghe, muscolose, lisce, con pochi peli e quasi invisibili, la sua erezione era visibilissima, poiché alzava come un paletto i boxer bianchi.
    
    Parlare mi era decisamente difficile, ma lui stava per abbassarsi anche le mutande e trovai il modo di spiccicare parola:
    
    “No, aspetta…” dissi “non ancora…”
    
    Si bloccò e io misi le mani sui suoi deliziosi, lisci polpacci. Non avevo mai visto delle gambe tanto deliziose ed ora le avevo davanti a me.
    
    “Hai le più belle gambe che abbia mai visto” dissi mentre gliele accarezzavo, facendo correre le mani dalle caviglie, fin su dove potevo arrivare restando seduto per terra. Oppure fin dove sapevo di potermi spingere senza rischiare un rifiuto.
    
    Poi spinsi il retro delle ...