1. il colloquio di lavoro


    Data: 20/07/2018, Categorie: Etero Autore: gioialunavera, Fonte: RaccontiMilu

    ... una scolaretta. Il palazzo che ospitava l�ufficio era splendido, antico, con grandi scaloni di marmo, il corrimano in ferro battuto, e un�atmosfera suggestiva. Ansante, giunsi al 3� piano e suonai al campanello.Mi aprì una signora raffinata,sui sessant�anni, in tailleur blu modello Chanel, i capelli biondo cenere legati in una piccola crocchia, alcune collane d�oro al collo. Mi sorrise, e io, nel mio penoso francese, le spiegai perché ero lì.Lei sorrise ancora, e mi condusse all�interno dell�ufficio, verso una grande porta di mogano. Bussò, mi introdusse nella stanza. Monsieur Gradaux era un uomo di età un po� vaga, poteva avere tra i 55 e i 70 anni. Era alto, robusto, aveva baffi grigi molto ben curati, un abito gessato dal taglio costoso, una risata spontanea, e la bellissima voce che avevo udito al telefono. Sedette su una poltrona in cuoio, molto elegante, in una sorta di salottino a due posti.Mi fece accomodare di fronte a lui, e cominciammo a parlare. Io ero un po� tesa, ma lui seppe farmi sciogliere. Era gentile, aveva una risata calda, rassicurante, e mi disse che il mio francese era affascinante, perché lo parlavo già in modo corretto, pur essendo a Parigi solo da un mese e mezzo, ma aveva quell�accento italiano che lo rendeva assai intrigante.Parlammo delle mie esperienze precedenti di lavoro � minime, e glie lo dissi -, della mia capacità di comunicare, dell�essere convincenti con gli altri.Io ridevo, rispondevo in modo civettuolo, mi toccavo i capelli. ...
    ... Quell�uomo mi piaceva, come mi piaceva l�idea di lavorare in una gioielleria. Avevo già deciso che avrei fatto di tutto per ottenere quel lavoro. Più di una volta, mentre parlavamo, mi ero portata la mano al seno, accarezzandomelo appena. Ero seduttiva, accavallavo le gambe, mi infilavo le dita tra i riccioli, mi toccavo il collo, mi passavo la lingua sulle labbra. Monsieur Gradaux finse per un po� di non notare queste manovre, ma poi non ce la fece più e fece un commento sui miei capelli. �Sono stupendi � mormorò � una chioma ribelle, così nera, gonfia�, e poi, con un sorriso malizioso, aggiunse, a voce bassissima: �Chissà com�è la sua cosina�.Disse proprio così, in italiano, �la sua cosina�.Io finsi imbarazzo, ma ero eccitatissima. �Cosa mi chiede, monsieur��, mormorai. Lui capì che era ormai fatta, e insistette, mettendomi una mano sul ginocchio: �Me la faccia vedere, su�.�.Non me lo feci ripetere due volte. Sollevai con grazia la gonna. Era lunga, oltre il ginocchio, molto francese, con balze e inserti in sangallo. Sotto portavo una mutandina in cotone bianco, che sentivo già umida per l�eccitazione. Mi alzai la gonna fino alle cosce e le aprii. Monsieur Gradaux sorrise e con la mano cominciò a risalire, piano piano, fino ad arrivare all�inguine. Poi si fermò. Sentivo il calore delle sue dita sulla pelle. Ero bollente, bagnata. Lui non si muoveva. Teneva la mano immobile, caldissima sul mio inguine, e mi guardava negli occhi. Io non ce la facevo più, lo volevo, e così inarcai ...