1. il colloquio di lavoro


    Data: 20/07/2018, Categorie: Etero Autore: gioialunavera, Fonte: RaccontiMilu

    ... all�indietro la testa, sospirando e chiudendo gli occhi. �Devi farmi vedere la cosina�, disse lui allora, con la voce roca.Mi piegai leggermente in avanti e cercai l�elastico delle mutandine. Lui ora non guardava più il mio viso. Mi fissava tra le gambe, come ipnotizzato. Con gesti lentissimi, cominciai ad abbassarmi lo slip. Piano, piano, mentre i miei umori avevano già appiccicato il tessuto ai peli, li liberai di quel piccolo pezzo di stoffa e mostrai all�uomo il mio sesso, in tutta la sua splendente bellezza.�Hai una cosina selvaggia�, lo udii mormorare. Sorrisi. Ero pronta, aperta e bagnata. Lui mi guardava la fica, adesso, incantato. �Quanti peli�così ricci, neri�indomabili, ribelli�come i tuoi capelli��e sollevando gli occhi mi guardò in viso. �Come te?�, domandò.Risi , e risposi che sì, un po� ribelle lo ero anche io. �Ribelle, come una cavalla selvaggia e indomita�, mormorò, infilandomi un dito nel sesso. Sobbalzai, il tocco era deciso, senza esitazioni. Dita sapienti, di un uomo che sapeva come toccare una donna, e cosa chiederle. Mi stuzzicò la vagina con il medio della mano destra, mentre con la sinistra si liberava dei pantaloni. Quando si tolse anche le mutande, mi venne il dubbio che non fosse anziano come credevo: la sua erezione era vigorosa, aveva un pene lungo, bello sollevato verso l�altro, anche abbastanza grosso. Se lo guardò, soddisfatto, poi se ne accarezzò la punta. �Ti piace? Vuoi cavalcarlo per me, mia bella puledra selvaggia?�. Era l�invito che ...
    ... aspettavo. Mi alzai, sollevai la gonna e a mi avvicinai a monsieur Gradaux, che continuava a tenermi un dito nella fica. Ero pronta, smaniosa di sentire dentro quel bellissimo pene. Lo presi in mano, e allargando le cosce mi sedetti sulla poltrona e sull�uomo, infilandomi dentro il suo cazzo. Godetti subito: ero così eccitata, che bastò averlo dentro per sentire l�orgasmo arrivare. Lanciai un piccolo grido e mi piegai in avanti, verso il mio amante, per godere meglio, strusciandomi il clitoride su di lui. Lui rimase immobile, attese che il mio orgasmo terminasse, poi commentò, ridendo: �Mi hai sfruttato, eh? Porcona mia�ora però devi fare la brava, devi cavalcarmi bene�. Ero ferma su di lui, ancora sussultante per il piacere di prima. Aveva un accento fantastico, molto eccitante, parlava in un buon italiano ma con quella inflessione francese che lo rendeva così sexy�mi aprì la camicetta, sollevò il reggiseno e mi prese i capezzoli tra le dita. Li massaggiava delicatamente, li leccava, li succhiava. Sentivo dentro il suo pene, grosso, ma lui non si muoveva. Così, aiutata dal piacere che mi davano i suoi baci sul seno, cominciai a muovere le anche. Lui reagì subito, cominciando a spingere. Mi bagnai di nuovo, subito, l�uomo sapeva come muoversi, come procurarmi eccitazione. Ero spalancata, lui mi riempiva il sesso. Gli misi le mani sulle spalle e cominciai a salire e scendere sul suo cazzo, piano piano. Lui mugolava, mi leccava i capezzoli, mi palpava i seni. Scese con le mani ...