1. Un pomeriggio d'estate


    Data: 23/07/2018, Categorie: Etero Autore: Ade-69, Fonte: Annunci69

    ... lecco assaporo ogni singola goccia che il suo sesso secerne: sembra gradire molto, lo capisco anche dal tremore delle gambe che aumenta man mano. Le sue cosce poderose mi hanno catturato la testa e non hanno nessuna intenzione di mollarla.
    
    All'improvviso, mi afferra per i capelli e mi alza: "Non ho molto tempo a disposizione" mi informa, aggiungendo con aria perentoria: "È arrivato il momento di sbatterlo dentro, forza!"
    
    Le rispondo, in un guizzo d'orgoglio: "No, bella, adesso ricambi il favore, prima voglio sentire quella lingua carnosa e morbida sul mio cazzo!"
    
    Mi dice: "Ehi, ragazzino, prendiamo confidenza, vedo!" però esegue, mandandomi in orbita per una manciata di minuti. "Ci sa fare, la troia" penso fra me e me.
    
    "Ora dammelo, lo voglio!" supplica. Capisco che è giunto il momento: non me lo faccio ripetere due volte, ormai sono al massimo. Lo appoggio fra le grandi labbra e lo spingo dentro con una facilità irrisoria. Sento la mia cappella pulsare dentro di lei, sento anche le sua contrazioni. Libidine al parossismo.
    
    All'improvviso afferra con tutte e due le mani i glutei spingendomi ancora più dentro, fino in fondo, ansimando. "Mi sto facendo onore" penso.
    
    Così mi muovo sempre più in fretta mentre i lunghi capelli, scomposti dal movimento, le scendono sul davanti, impedendomi di vederle bene il viso. Glieli fermo da un lato con una mano, mi stanno togliendo metà del piacere. Voglio vederlo e ricordarlo così, quel volto! Continuo a pompare come un ...
    ... forsennato perché percepisco che è quello che vuole. Conto un paio di orgasmi da parte sua e considero: "Posso lasciarmi andare, adesso, mi sento scoppiare".
    
    Come se mi avesse sentito, ordina: "Non venirmi dentro" proprio quando sto per esplodere: "Schizzami in faccia, mi piace così".
    
    Lo tiro fuori. Tre botte sono sufficienti per inondarla di sperma copioso e caldo, che voluttuosamente si spalma su tutta la faccia, infilandomi immediatamente indice, medio ed anulare bagnati di me in bocca, dicendo: "Sentiti, e ricordami, con il sapore del tuo piacere".
    
    Poi, senza aggiungere altro, si stacca, si sciacqua le parti interessate, si guarda alla specchio, si passa un po' di rossetto sulle labbra, si gira e scompare. Io resto lì per qualche secondo immobile, ancora incredulo, a guardare allo specchio un altro me stesso con la faccia allucinata.
    
    Mi risistemo anche io, raggiungo il mio tavolo e torno a sedermi.
    
    Chiedo al barista, fermo nella posizione in cui l'avevo lasciato: "La signora, è già uscita?" "Quale signora?" biascica lo svelto. In quel momento nuova apertura di porta, nuova folata e di nuovo lei.
    
    "Ha dimenticato qualcosa?" le chiedo confuso. Mi risponde: "Giovanotto, come potrei aver dimenticato qualcosa, se è la prima volta che entro in questo bar? Piuttosto, c'è un telefono? Ho il cellulare scarico e la macchina in panne".
    
    Dev'essere stato il caldo torrido di quella giornata? il mio pensiero aveva anticipato quello che stava per succedere, era successo ...