1. Dopo il cinema


    Data: 29/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear, Fonte: Annunci69

    “Tesoro, sono un po’ preoccupata…”
    
    “Non devi cara!”
    
    “Ma sono le undici passate e Giacomo è ancora fuori…”
    
    “E con questo? Sai perfettamente dove si trova e con chi: vedrai che il film è durato più del previsto e il papà di Laura lo sta riportando a casa in questo momento!”
    
    “Sì ma il cellulare…”
    
    “Niente ma! Nostro figlio sta crescendo e dobbiamo dimostrargli la fiducia che merita. Il cellulare suona libero ma lui non risponde semplicemente perché è silenziato!”
    
    All’imbocco della stradina che, da dietro casa mia, si apre verso la campagna silenziosa timidamente rischiarata dalla luna, quella stradina che giusto nel pomeriggio ho percorso per la mia consueta ora di allenamento, sono chiuso nella macchina del padre della mia ragazza.
    
    Mi sta baciando lungo il collo dolcemente.
    
    La camicia sbottonata mette in evidenza il torace possente ricoperto di un folto pelo nero che si assottiglia lungo la linea degli addominali.
    
    Sospiro e il mio sguardo si posa tra le sue gambe. Qualcosa di molto simile ad uno dei rami nodosi della piccola macchia di alberi che ci ripara da impossibili occhi indiscreti, svetta dalla cerniera dei pantaloni abbassata: è la sua asta lunga e gonfia che, al ritmo dei suoi baci, si alza e abbassa in una danza ipnotica.
    
    Non ricordo esattamente come mi sono ritrovato in questa situazione.
    
    Credo per gioco. O per sbaglio. O per caso…
    
    Come d’accordo, all’uscita dal cinema Salvo doveva riaccompagnarmi a casa per primo.
    
    Invece ha ...
    ... preferito lasciare Laura che accusava un forte mal di testa, davanti al cancello.
    
    E così ci siamo ritrovati da soli a percorrere un tragitto fatto di sguardi e musica di sottofondo. Quegli occhi scuri e penetranti non mi avevano mai guardato in quel modo. O forse sì ed io non ci avevo badato più del dovuto. E la mano. La mano che, per caso, per gioco o per sbaglio era finita sul mio ginocchio…
    
    Non gli ho detto di levarla. E lui non l’ha fatto. Anzi, incoraggiato dal mio silenzio, si è permesso di risalire fino alla mia patta e di restare lì. In attesa.
    
    Un occhio alla strada ed uno a me.
    
    Mi sono agitato un po’ mentre sentivo il calore della mano attraversare la stoffa dei jeans.
    
    E il mio uccello ha sussultato. Anche lui dev’essersi reso conto di quella reazione nelle mie parti intime. Mi ha sorriso. Un sorriso ancora una volta diverso dal solito.
    
    Freccia a destra e poi l’auto si ferma nel buio della radura.
    
    Mi volto a guardarlo. Si protende verso di me. Mi protendo verso di lui come attratto da una calamita. Le bocche si sfiorano ma subito mi ritraggo.
    
    Non voglio restare lì. Ma nemmeno andare via.
    
    Lui aspetta paziente accarezzandomi la nuca perché sa per certo che non voglio andarmene.
    
    Mi sorride. L’altra mano si stacca dal volante e si accarezza il pacco. Il rumore della zip che si apre è inequivocabile. La mia mano s’insinua nella fessura scura. Il tessuto di cotone leggero nasconde qualcosa che reclama libertà.
    
    Deglutisco. Non sono capace di ...
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