1. Una storia...


    Data: 18/08/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear, Fonte: Annunci69

    ... Percepii una sorta di rantolo. Anzi un paio… Mi avvicinai cauto pensando che stessi ammazzando qualche animale.
    
    Ero praticamente sulla soglia del capanno quando schiacciai un ramoscello. I suoni cessarono e le vostre voci ne presero il posto:
    
    “Perché ti sei fermato?”
    
    “Non hai sentito?”
    
    “A parte il tuo cazzo non sento altro… Dai, finisci il lavoro!”
    
    “Ma…”
    
    “Non vorrai fermarti proprio ora stallone! Mi stai facendo godere come una porca! – mi avvicinai cautamente, spiandovi attraverso le assi del portone - Senti come sono bagnata, tocca. Tocca qui!” e guidando la tua mano ti guardava, mentre il resto del suo corpo era piegato in avanti. I gomiti ben piantati sul piano di lavoro per reggersi.
    
    Non mi turbò il fatto che la voce che fugò i tuoi dubbi non fosse quella di una donna.
    
    Le tue dita tozze stavano infatti accarezzando una folta peluria castana da cui si allungava un uccello scappellato. Era un’asta liscia e ricurva, piuttosto lunga e sottile. Dal piccolo orifizio sulla sommità uscivano gocce di un liquido denso e giallastro. Il tuo indice lo sfiorò per poi portarselo alla bocca.
    
    “Mmmm… La mia troia oggi è proprio in calore…” c’era lo stesso sorriso della foto sulle tue labbra. Tu eri in piedi dietro a lui. Le tue mani ora appoggiate sui suoi fianchi. Il bacino si ritrasse per poi affondare un colpo di reni forte e deciso che lo fece sobbalzare.
    
    “Oooohhh – si lamentò l’altro uomo mentre si voltava - Sììì… Dai, continua! Sfondami!”
    
    Quando si ...
    ... girò completamente, riconobbi anche lui: era il figlio più giovane dell’avvocato del paese, uno dei miei catechisti ormai prossimo al matrimonio...
    
    Nemmeno questa cosa mi turbò. Anzi.
    
    La mia mano scese fino sciogliere il nodo che legava i miei pantaloncini. Mi soppesai l’arnese iniziando a massaggiarmelo attraverso le mutande che stavano diventando troppo strette. L’asta rigida si delineava lungo il tessuto chiaro. Sul lato sinistro comparve un alone generato probabilmente dallo stesso tipo di umori che coloravano dalla cappella del tuo amante.
    
    Osservai attentamente ogni attimo di quell’eccitante gioco, ma la mia curiosità morbosa mi spinse a trovarmi una posizione da cui potessi realmente capire cosa stesse avvenendo tra voi.
    
    Perché entrambi ansimavate e latravate come animali in calore?
    
    Scalzo, aggirai l’ingresso e mi appostai accanto a una finestra.
    
    Adesso vedevo chiaramente.
    
    Vedevo ancora le spinte ora frenetiche ora lente del tuo bacino; vedevo le tue chiappe sode e pelose che si schiantavano contro quelle lisce dell’altro. Vedevo il tuo uccello uscire completamente fradicio dal suo buco peloso per poi spanarlo con la furia di un toro. Vedevo le vostre palle dondolarsi le une verso le altre.
    
    Eri instancabile. E non ti raccontai mai della mia eccitazione quando, proseguendo nella monta, ti tormentavi i grossi capezzoli turgidi reclinando il capo soffiando.
    
    La cosa mi stimolò a tal punto che mi spogliai della maglietta e ti imitai. Sentii i miei ...