1. I piedi della libraia


    Data: 05/08/2018, Categorie: Etero Autore: Fracasso85, Fonte: Annunci69

    ... afferro con veemenza il tallone, mi porto il piede sul viso, affondo il naso tra le dita ed inspiro con tutta la mia forza.
    
    Il pene stava per esplodermi nelle mutande… lo tiro fuori ed inizio senza vergogna a menarmelo forte, mentre mi porto il suo piede dalle narici alle labbra.
    
    Incrocio il suo sguardo solo per un fugace istante, è serena ma con un impercettibile tocco di determinazione negli occhi… Prendo quella sua occhiata come un via libera, per cui procedo e mi faccio ancora più audace… Afferro la caviglia e alzo leggermente il piede, lecco avidamente tutta la pianta più e più volte, il sapore acido e speziato mi fa letteralmente bollire il sangue in testa e nel pene…
    
    Arrivo a livello di guardia, mi masturbo sempre con più impeto seppure nel più totale silenzio, mi ficco tutte e cinque le sue dita fino in gola, le succhio fino quasi a soffocare, poi velocemente sfilo il piede dalla bocca e lo sposto in basso… Altri due, tre decisi colpi, prendo la mira ed eiaculo come non mi capitava da anni, fiotti copiosi le imbrattano il piede, tra le dita e sul dorso, altri arrivano dritti sul polpaccio e le ultime consistenti gocce cadono a ...
    ... terra, sul sandalo e sul pavimento.
    
    Sfinito, svuotato, ancora incredulo ed un po’ imbarazzato, alzo la testa e la guardo: lei, imperturbabile, mi porge un paio di fazzoletti di carta: senza proferire verbo le pulisco il piede, il polpaccio ed il sandalo che subito lei calza con disarmante naturalezza e con la stessa avvilente spontaneità mi liquida in un batter d’occhio
    
    “Il libro lo trova al piano terra, ho già inviato l’ordine alla collega. Pagherà alla cassa.
    
    La saluto, arrivederci…”
    
    E così, quasi come se nulla fosse accaduto, in stato catatonico attraverso di nuovo ed in senso contrario tutte le sale, tutti i piani della libreria, come su binari prestabiliti, senza vedere nulla di ciò che avessi attorno.
    
    Immerso in quella quiete irreale e quasi soffocante, mi sentivo una lama che si faceva strada affondando nel burro; pago il libro, saluto la bionda signora sulla cinquantina e me ne vado, senza aver ancora capito se si tratta di un sogno o se, davvero, ho goduto annusando e leccando quelli che, per chi li conosce, ormai non sono solo “due piedi”, ma da tutti unanimemente riconosciuti come “I PIEDI”.
    
    I PIEDI della libraia di Napoli.. 
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