1. Addis Abeba, 1938


    Data: 09/08/2018, Categorie: Etero Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti

    Il giovane tenente uscì dagli alti comandi e si avviò verso la caserma sotto il cocente sole africano, l’elmetto lo riparava dai raggi impietosi, ma lo faceva anche sudare un sacco, non vedeva l’ora di essere nella sua piccola stanza per mettersi un po’ in libertà. Da quando era arrivato ad Addis Abeba non aveva ancora avuto il tempo di esplorare i dintorni, un po' spaesato era riuscito solo a orientarsi e imparare la strada tra la caserma e la piazza centrale della città etiope. Aveva quattro ore di riposo prima di dover andare a cena con gli altri ufficiali e si era riproposto di fare un giro per la città, ma probabilmente le avrebbe passate sdraiato sul letto cercando di non fare nessun movimento in modo da sudare il meno possibile. Ma nel fare i suoi programmi non aveva messo in conto che o suoi commilitoni avevano ben altri progetti per lui. Lo aspettavano in tre, erano in Africa da qualche mese ormai e avevano deciso che fosse giunto il momento che il nuovo arrivato cominciasse ad ambientarsi sul serio. I primi due lo presero sottobraccio mentre il terzo camminava allegramente davanti a loro. Inutilmente provò a declinare l’invito, non ci fu nulla da fare, ormai avevano deciso: era tempo che venisse presentato a Madame. In pochi minuti camminando sulla strada di terra battuta arrivarono davanti ad un piccolo palazzo di due piani, sarebbe stata una bella casa ma i muri erano tutti scrostati e le vecchie gelosie di finestre e balconi erano chiuse e sembravano cadere ...
    ... a pezzi. Davanti ad un portoncino di legno intagliato a motivi vagamente tribali stava seduto un enorme nero, avvolto in un caftano, con il capo e parte del volto coperti da un candido turbante. Sotto la sua mole gigantesca la seggiola sembrava veramente minuscola. Quando i quattro italiani furono ammessi nella stanza principale del piano terra si ritrovarono in una grande stanza quasi buia, le gelosie chiuse e i pesanti tendaggibordeaux cercavano di impedire alla luce e al caldo della strada di entrare. Presto i suoi occhi si abituarono alla penombra permettendogli di scorgere, al centro della stanza, una enorme dormeuse di velluto bordeaux e sopra di essa una donna di colore ancora più enorme. Giaceva pigramente, avvolta in un antiquato vestito, che nemmeno a fine secolo doveva essere stato raffinato ed elegante. Il giovane tenente le venne presentato e la donna leziosamente gli porse una mano grassissima, le dita coperte di anelli, per farsela baciare. Poi ruotando il polso, con un gesto altrettanto lezioso della mano gli fece cenno di salire al piano superiore. Salì con passo incerto le scale scricchiolanti mentre i tre amici lo guardavano dal basso ridacchiando. Sulla parete un cartello riportava il tariffario della casa: la singola, la doppia, la mezz’ora, l’ora. Gli avevano spiegato che, se le ragazze erano non erano impegnate con un cliente, avrebbe trovato nella toppa la chiave con la sua lunga nappa a frange, ovviamente bordeaux. Pare proprio che fosse il colore ...
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