1. Stanotte non sono solo


    Data: 18/08/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: alexwriters, Fonte: Annunci69

    ... sicuro che questa canzone sia per me, parli di me.
    
    Mi sento avvolto, confortato, non sono solo, c’è qualcun altro che soffre e si dibatte come me, non sono solo.
    
    Il tempo passa senza che me ne accorga, non ho mai guardato il palco, mi sono limitato a chiudere gli occhi e a sentire. Quella voce ha rimodellato il mio corpo, ha ancorato il mio animo al mio essere, ha segnato i confini e mi ha fatto sentire reale, vero.
    
    Quella voce mi ha dato speranza.
    
    Quella voce non mi abbandona, la sento ancora la mattina, mentre corro, corro, corro e non mi sento più dissolvere, mi ammalia e so già che stasera tornerò al pianobar.
    
    Prendo un tavolo, proprio sotto il palco, voglio vedere chi canta, chi mi racconta, chi si racconta con solo il suono della propria voce.
    
    Voglio sentire le vibrazioni sulla pelle, voglio la pelle d’oca, voglio pulsare di vita, di calore, voglio disperdermi e ritrovarmi nella dolcezza di quella voce. Voglio che la sua ruvidezza mi levighi, che la sua limpidità mi riempia di colore, che il mio battito riecheggi al ritmo della melodia, voglio seguire la scia perché l’eco delle nostre solitudini ci unisce e mi sento parte del mondo, compreso e in armonia.
    
    Non rimango stupito quando le luci vengono abbassate di colpo, i giochi d’ombre non permettono di mettere a fuoco la figura che si staglia sul palco, riesco a capire che è una donna alta, longilinea, due spalle ampie, quasi maschili, ma il tubino che la fascia incornicia un culetto delizioso, alto ...
    ... e sodo.
    
    Ma è tutto quello che scorgo, profili, giochi di luci, il movimento delle mani, l’abbassarsi e rialzarsi del petto, tutto indefinito, tutto in mostra per un’istante e poi confinato nell’oscurità.
    
    La vera magia, il vero spettacolo è la sua voce, che aleggia, si espande e raggiunge il centro stesso della nostra essenza e lì si annida, creando un legame e spezzandolo nel momento stesso in cui ogni brano finisce.
    
    Piccole promesse di felicità, di incontro di spiriti, piccole morti e piccoli addii ogni volta che il silenzio spezza l’incantesimo.
    
    Non salto una sera, sono lo spettatore più fedele, ma ascoltarla non mi basta più, devo parlare, conoscerla, chiederle se sa chi sono, come fa a cantare di me, come può svelare i miei segreti, come può fare da eco al mio animo, se non ci siamo mai incontrati prima?
    
    Così prendo coraggio e questa sera mi presento con una sola rosa blu, a stelo lungo, il più trito dei cliché, ma canta jazz e blues, mi sembrava adatta.
    
    Sono in fibrillazione per tutto lo spettacolo, percepisco tutto amplificato e nel momento in cui posa il microfono dopo l’ultimo pezzo balzo in piedi, io e la mia stupida rosa le andiamo incontro.
    
    Il mio movimento la incuriosisce e si ferma, mi aspetta a un lato del palco, nel frattempo le luci si accendono e mi abbagliano, vedo solo la sua sagoma, non vedo niente di lei, ma le chiedo – per piacere, vorrei parlare con te, offrirti da bere – non credo lo sappia ma sono così esposto in questo momento, ...
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