un paio di tette nella mia memoria - betty
Data: 20/09/2017,
Categorie:
Etero
Autore: notteinbianco, Fonte: RaccontiMilu
Betty era una ragazza particolare. Si sarebbe potuta definire paffutella, con il visino tondo evidenziato dal capello nero nero portato corto, con un taglio a scodella. Gli occhi erano vispi, leggermente a mandorla. Era la classica universitaria di vent'anni un po' artista, un po' ribelle che non faceva nulla per apparire. Si vestiva spesso con jeans neri sovrastati da scamiciati informi. Non era molto alta ma di certo una scarpa con il tacco era offlimits nel suo guardaroba.Tirando le somme non era certo bella e nemmeno femminile, ma sembrava che il suo "essere donna" fosse concentrato in un unico particolare: aveva un seno enorme! due tette gigantesche! un davanzale che più che un davanzale era proprio una terrazza.A distanza di tempo riesco a capire che fosse in imbarazzo per tutta quella roba che si trovava sul davanti, e il suo vestiario, la sua scarsa appariscenza ne era una diretta conseguenza.Conobbi Betty in quanto coinquilina di un mio caro amico - Alex - che studiava a Firenze. Ai tempi frequentavo anche io l'università a Milano e nel fine settimana capitava sovente che andassi a trovare Alex, per passare serate e nottate di bagordi, tra i vicoli del centro, tra fiumi di vino e canne. A queste serate, ogni tanto, non sempre, partecipava anche Betty. Era una ragazzina molto simpatica, anche interessante, studiava architettura. Insomma si parlava e si scherzava, a quell'età fare amicizia era molto facile, ed era ancora più facile fare amicizia con una ragazza con cui ...
... non volevi fare sesso, anche se a vent'anni si sa, si vuol far sesso sempre e con chiunque.Ricordo un weekend in cui casa di Alex era particolarmente affollata, capitava non fossi il solo a raggiungerlo a firenze, ma quel week end eravamo proprio in tanti, tant'è che ci fu chi dormì nel saccoapelo in corridoio. Betty aveva concesso la sua camera con il letto a una piazza e mezzo a una coppia di amici che arrivava da Padova, e aveva aperto il divano letto del salottino condividendolo con un'amica - lesbica - di Napoli. Non vorrei deludervi ma non ci fu nessuna ( o meglio io non ne venni mai a conoscenza) scena saffica tra le due.La serata era iniziata con una cena in casa a base di pasta al ragù e vino rosso, era proseguita per strada, con le bottiglie di vino in mano tra urla e risate, passavamo da un bar all'altro, tutti frequentati da universitari di ogni parte d'Italia e d'Europa. Una chiacchiera tira l'altra, una canna tira l'altra, si fecero le quattro e rientrammo: chi ubriaco, chi strafatto, chi più lucido nell'appartamento di Alex. Io mi infilai nel mio sacco a pelo e mi addormentai mentre attorno a me c'era ancora movimento e prese di posizione tra letti, materassini e divani.Mi svegliai che erano passate circa tre ore, la casa era silenziosa e buia ma dalle imposte iniziava a filtrare la luce del mattino. Andai in bagno e feci una pisciata chilometrica, tornai verso il mio saccoapelo passando davanti la porta del salottino che era aperta. Vidi Betty e Daniela ...