1. Al privé, serata bbw e ssbbw (1a parte)


    Data: 16/08/2018, Categorie: Etero Autore: ssbbw69, Fonte: Annunci69

    ... una trentina d'anni, lui un palestrato con la faccia da fesso.
    
    “Troppi anabolizzanti” pensai, rimproverandomi subito dopo: o mi decidevo a essere meno selettiva, mi dissi, o anche in una situazione del genere, in mezzo a decine di maschi rigurgitanti testosterone, non avrei combinato niente.
    
    Rimasi con addosso una sottoveste di raso rosso, acquisto di qualche anno prima, quando con il mio ex il sesso andava alla grande. Niente reggiseno e niente slip: pronta all'uso, mi dissi sghignazzando.
    
    “Coraggio” mi rincuorai “o adesso o mai più”.
    
    Feci un respiro profondo e mi incamminai verso la sala principale del privé.
    
    Il salone principale era animato da una ventina di persone: sulla destra c'era il bancone del bar, in centro una pedana con un palo da lap dance, molti divanetti, e sulla sinistra un corridoio di cui non riuscivo a intuire la lunghezza.
    
    Esitai un attimo prima di entrare e mi sentii toccare su un braccio.
    
    “Ciao, io sono Agrado e faccio gli onori di casa. Benvenuta, bellissima amica SSBBW”.
    
    Senza tacchi, Agrado superava il metro e ottanta. Bel viso, leggermente mascolino solo nella linea decisa e pronunciata delle mascelle, occhi verdi, sorriso dolcissimo, tette enormi e magnificamente sode.
    
    Le sorrisi di rimando e lei si chinò su di me sfiorandomi le labbra con un bacio: “Adoro le SSBBW” mi sussurrò all'orecchio.
    
    Mi disse di seguirla e mi accompagnò al bancone del bar: con un gesto imperante dell'indice richiamò l'attenzione del barista, un ...
    ... magnifico ragazzo di colore che esibiva un fisico asciutto e scolpito.
    
    “Lei sarà nostra ospite per tutta la sera” disse Agrado.
    
    “Ordina quello che vuoi – aggiunse guardandomi – per me è un onore averti qui”.
    
    Chiesi un mojito, che il barman mi servì velocemente strizzandomi un occhio.
    
    Agrado mi mangiava letteralmente con gli occhi e io non sapevo se esserne gratificata o imbarazzata.
    
    “Vieni, tesoro – mi disse prendendomi per mano – ti faccio fare un giro di ambientamento”.
    
    Mi fece visitare il privé: c'erano un'infinità di stanze a tema, molte jacuzzi, letti decisamente animati.
    
    L' atmosfera era rilassata e amichevole, ma io non avevo ancora il coraggio di gettarmi nella mischia.
    
    Tornammo al bar e Agrado si congedò da me con un sorriso: “Purtroppo devo fare gli onori di casa, ma avremo modo di conoscerci meglio. Non ti faccio scappare”. Mi diede un bacio sulla scollatura e si allontanò sculettando.
    
    Guardai il barman che mi sorrise: “Le piaci”.
    
    “Già” commentai io.
    
    “Potrebbe riservarti una grossa sorpresa”.
    
    “E' un doppio senso?”
    
    “No, di senso ce n'è uno solo: Agrado non si è mai operata e lì sotto...beh...”.
    
    L'avvento di altri clienti mi esonerò dall'intavolare una discussione sui centimetri della bella travestita.
    
    Per farmi coraggio, ordinai un secondo mojito. Magari non avrei scopato, mi dissi a mo' di consolazione, quindi tanto valeva approfittare di tutto quell'alcol gratis.
    
    Mi voltai verso la sala principale dando le spalle al ...