ICVM |4| L'ombra di Elbe
Data: 23/08/2018,
Categorie:
Voyeur
Autore: Leliste, Fonte: EroticiRacconti
... quella sera nessuna delle giustificazioni di Elizabeth fu accettata. Kate la obbligò a vestirsi e ad andare con lei per locali. Un'anomalia del sistema. Un piccolo turbamento che cambiò tutto. Erano le 11. Per strada ormai quasi più nessuno. Erano coperte e imbacuccate per via del freddo e del vento. Elizabeth aveva il suo berretto alla francese, adatto alla sua capigliatura a caschetto biondo. Portava una insolita giacca bianca e un foulard rosso. Colori estremamente accesi e gioviali, insoliti per il grigiore in cui Elizabeth viveva solitamente. Kate invece era saldamente al sicuro con la sciarpa attorno al collo e il bomberino beige. Ella aveva già scelto l'itinerario. Sarebbero andate al Bangla per prendere una birra. Poi di corsa verso il centro nel locale dove suonavano dal vivo gruppi indie rock. Poi, se la cosa buttava storta, sarebbero andati a fumare erba nel giardino vicino all'Università. E se la fame tornava incombente, un Kebab in piazza e birra della buonanotte. Elizabeth era frastornata. Si rese conto di non riconoscere nessuna delle straduzze che abilmente intraprendeva Kate per accorciare. “Questa birra sembra liquore!” disse Elizabeth, sconcertata. “Su dai, non è neanche la più pesante che esista. Solo 9 gradi...” “Esistono anche di più forti?” “Così tante son le cose di cui tu non immagini neanche l'esistenza...” rispose Kate. La passeggiata proseguì tra discorsi vari e soliloqui sugli alcolici. Alle ragazze piaceva soprattutto commentare e dare ...
... giudizi sui passanti. “Hai visto quello? Sembra uscito dagli anni '30. Cappello borsalino e cappotto lungo.” “Già, sembra quasi un investigatore privato!” “E di quello che mi dici? C'avrà almeno trent'anni e porta ancora i capelli a cresta.” “Secondo me ne ha circa 40.” Arrivarono al locale prestabilito. Capitavano giusto nella serata in cui si esibiva un gruppo jazz-fusion. Si sedettero e continuarono a bere. Stavolta Kate scelse il vino mentre Elizabeth continuò con la birra. “Perché sei così restia a uscire di casa?” domandò Kate, diretta. Elizabeth, che intanto si guardava intorno in modo allarmato, cercava di controllarsi. “Non mi piace il caos. Ho sempre preferito la tranquillità della mia stanza.” rispose. “E i ragazzi, come li trovi? Non sbucano mica da sotto il tappeto...!” ribadì Kate. Elizabeth sbuffò. Non le piacevano quei discorsi. Ragazzi. Relazioni. Storie sentimentali. Lei aveva un modo tutto suo di vivere la vita. “Io ho altri interessi.” disse Elizabeth, sorseggiando. “Donne?” chiese Kate, curiosa. “Non credo. No. A me piace scrivere.” disse Elizabeth. Kate strabuzzò gli occhi. “Oh, ma guarda un po'! Liz la scrittrice...! Non l'avrei mai pensato.” “Non mi chiamare in quel modo... non mi piacciono i soprannomi.” rispose Elizabeth, stizzita. “Scusami, ragazza! Tutti abbiamo un soprannome. Io ad esempio non mi chiamo davvero Kate.” “Ah, no? E come ti chiami tu, in verità?” chiese Elizabeth. “Beh... te lo dirò soltanto se mi dici qualcosa in più riguardo quello che ...