50 ditalini: la visita medica di emanuele
Data: 24/08/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: honeybear
... Quindici…”
La sua cappella era vermiglia. Gli faceva male.
“Ventottoohh…. Ven… Uff… Ventinove… Trentaahh!!”
Il medico proseguì nella sua missione senza farsi prendere dalla fretta, godendosi lo spettacolo del torace di Emanuele che si alzava ed abbassava al ritmo della sua respirazione, a volte interrotta a volte accelerata. Ciò anche in considerazione di quante dita utilizzava: da due, era addirittura passato a tre!
“Trentann… Trentanove… Quarantaahh!!”
Non sembrò particolarmente turbato dal fatto che potesse provocare dolore; anche perché si convinse che i gemiti emessi dal suo giovane schiavo, erano sintomo che stesse godendo come un porco.
L'altra mano la usava per masturbarsi o per accarezzare le cosce del ragazzo, sfiorargliele leggermente. Lo stesso faceva con il suo cazzone che sembrava stesse per esplodere, senza mai perdere di vista il gioco condotto col suo peloso fondoschiena.
“Quarantottoohh… – Emanuele grondava di sudore – Quarantanove… Cinquantaahh!! Aahhh… Aahhh…” mentre la sua schiena s’inarcava, un potente getto di sperma schizzò verso l’alto: sembrava un vulcano in eruzione.
La macchina cessò di ticchettare: il suo lavoro era finito.
Il respiro di Emanuele, quando tornò a sdraiarsi e a rilassarsi, era convulso e greve. Ansimava ad occhi chiusi.
Il medico si alzò, tolse lentamente le dita da dentro di lui, e girò intorno al lettino:
“Non ti ho dato il permesso di venire. Ma del resto sei nuovo del gioco; per questa volta ...
... lascerò correre…”
“Chiedo scusa Signore. La prossima volta non accadrà, Signore!” rispose; il suo ritmo respiratorio tornava lentamente normale. Il dottore prese a baciarlo sulla bocca mentre terminava la masturbazione.
“Ho capito subito che eri un tipo in gamba” bofonchiò. Anche il suo respiro accelerò improvvisamente. Lo sentì sbuffare come un toro nella sua bocca, dove soffocò il grido animalesco che accompagnò la sua eiaculazione.
Lo sperma del medico si aggiunse a quello versato in precedenza da Emanuele, formando delle piccole pozze che, imprigionando la folta peluria del ragazzo, creavano sul suo corpo dei curiosi disegni.
Ne risucchiò quanto più poté ed avvicinandosi alla bocca del ragazzo, lo lasciò ricadere: voleva condividere quel nettare con lui. Si baciarono a lungo, godendo dell’aroma dei reciproci umori mischiati dalle sapienti pennellate delle rispettive lingue. Il medico lanciò un’occhiata all’orologio sulla parete:
“Direi che è ora di andare: sono quasi le 21.00… Che dici?” si alzò per dirigersi a prendere il referto dell’esame appena condotto.
Emanuele assentì: “Ma non dovrei ripetere l’esame sotto sforzo?”
“Certo! Allo scopo ti convocherò tra cinque giorni esatti per la visita di controllo!” il suo tono era tornato serio e perentorio; lo sguardo oltremodo malizioso.
“Ora rivestiti!”
“Si, Signore! Signore…”
“Parla”
“Vorrei sapere il suo nome…”
“Lo leggerai sul referto che ti preparerò prima di congedarti!” Gli sorrise ...