1. Fra giornalisti


    Data: 25/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Neversay

    Hai presente quando ti metti a fissare qualcuno?
    
    Quando lo guardi maliziosamente, sapendo di non esser visto, sperando di essere scoperto così, con gli occhi fissi e grandi a guardare..
    
    Quando vedi qualcuno seduto, da dietro, e il tuo sguardo vaga sulle sue spalle, sul modo che ha di appoggiarsi in avanti; ti soffermi su ogni movimento delle gambe, ogni scalcichio dei piedi, la mano fra i capelli... e quelle gambe vorresti aprirle ancora di più, mettere le mani e sentire il calore di uomo; vorresti passare sotto la maglietta e sentirne l'odore, prendere i capelli e tirarli forte a te, e leccare, leccare ovunque il corpo sia caldo, come se per la lingua non ci fosse un domani. Vorresti stare con la testa lì, fra le gambe di quel qualcuno e godere della presenza maschile, dell'erezione bollente che ti spinge contro il pantalone. Avete presente?
    
    Io sì, perchè è questa l'impressione che mi faceva Fabio. Seduto due fila davanti a me, che ero l'ultimo, a lezione di giornalismo. E sti gran cazzi della Costituzione, della deontologica, dell'economia...sticazzi di qualsiasi cosa dicessero i docenti, di quante pagine da scrivere, quanti test da fare..non finchè avevo Fabio davanti. 25 anni, capelli ricci, barba incolta, un bel fisico, occhialetti da intellettuale e una certa aria di snobismo che lo rendeva antipatico al resto dell'aula. E poi io: 23 anni, normale, nè brutto nè bello, un filo di pancia, barba a zone...e occhi che stavano fissi a guardarlo. Non c'è limite alle ...
    ... porcate che si possono immaginare quando hai tempo per pensare: togliergli le scarpe e sentirne l'odore, prendere quelle natiche sode e sentirle tutte, baciare quella bocca carnosa...insomma, tutto il repertorio.
    
    Un giorno, pausa pranzo, mi trovai con Fabio in corridoio. Stava andando in bagno, prima che ricominciassero le lezioni, ed io entrai con lui perchè mi scappava. C'era un'unica cabina nel bagno, ed una fila di orinatoi, ed io gli dissi di andare pure che avrei aspettato.
    
    Mi rispose: "No, vai pure, io faccio qui". Si mise all'orinatoio e...niente. Beh, che vi aspettavate, che rimanessi lì? No, e rosicai da morire. Entrai in bagno e lo sentìì pisciare, e poi sgrullarselo e prendere un pezzo di carta. Rosicavo.
    
    Il giorno dopo riprovai, ero troppo curioso di vedere il suo uccello. Aspettai la pausa pranzo, e lui tornò in bagno: a quanto pare Fabio era parecchio abitudinario. Gli dissi, fingendo nonchalance " 'Mmazza, sempre al bagno insieme, eh?" e ammicai una risata che ricambiò con un sorriso. Mi misi anche io all'orinatoio, e sbirciai mentre lo tirava fuori. Un pisello magnifico. Scuro, largo, di proporzioni ragguardevoli...se lo tirò fuori dalle mutande cercandolo per bene, quasi come se gli pesasse il cazzo, ed io cercavo di non farmi scoprire, ma volevo di più...volevo di più. Una corona di pelo nero intorno al re...e guardavo senza farmi scoprire. Speravo di non farmi scoprire. O forse no?
    
    Questa scenetta si continuava a ripetere ogni volta che ce n'era ...
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