1. Fra giornalisti


    Data: 25/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Neversay

    ... l'occasione. Giorno dopo giorno dopo giorno, guardavo quel cazzo uscire e pisciare, per pochi secondi che mi deliziavano e fomentavano la mia fantasia. Giorno dopo giorno fino all'arrivo del caldo, e dell'estate.
    
    Ultima tranche di lezioni prima della lunga pausa estiva: il Parlamento. Tre giorni al Parlamento a seguire i lavori, fare articoli, tra noi colleghi e compagni. Qualcuno disse: "Ma se prima dell'estate facessimo una festa? Fra noi, fra giornalisti!! Così, che poi mi mancate!!"
    
    Fummo tutti entusiasti e si organizzò una festa di lì a due giorni. Un collega mise a disposizione la sua casa, al Circeo. Avremmo finito le lezioni e con le macchine e i mezzi saremmo arrivati lì, pronti a festeggiare, abusare di alcolici e divertirci.
    
    La serata arrivò. Potrei soffermarmi e parlare di quanto fossimo stanchi dopo le giornate di lezione. Potrei dire quanto bella fosse la casa, e quanti alcolici avessimo portato con noi. Ma no. No, perchè nemmeno io ci feci troppo caso. Io avevo occhi solo per lui. Erano tre giorni che lo vedevo in giacca e cravatta, tutto sistemato, come se fosse uscito da un film, troppo bello per essere vero. Ed era lì, anche lui stravolto. Prendemmo posto, a gruppi, nelle diverse stanze della villa. Poi, mentre decidevamo se cucinare o ordinare qualcosa, disse:
    
    "Ao, Michele, ti dispiace se faccio una doccia? Mi vorrei cambiare e puzzo", ridendo.
    
    "Vai pure...! Hai preferenze per la cena?"
    
    "Nah, fate voi, io mangio tutto"
    
    Rimasi lì per ...
    ... 5-6 minuti. Il cuore che batteva perchè sapevo cosa avrei fatto. Finsi di andare a mettere in carica il cellulare - devo mandare una mail importante, scusate ragazzi...sapete, per quel colloquio - e iniziai a salire le scale. Non so neanche quanto in fretta mi trovai in ginocchio davanti allo spioncino della porta, proteso a spiare, a guardare, a carpire e rubare un pezzo di quel corpo sotto l'acqua. Aspettai un po' ed eccolo uscire dalla doccia, con quel cazzo a penzoloni. Si iniziò ad asciugare e mentre passava la mano con una lentezza inarrivabile sotto le palle, si girò a guardare in direzione della porta. Anzi, della serratura. Anzi, mia.
    
    Indietreggiai, il più silenziosamente possibile, e corsi giù per le scale. Scese anche lui, dopo poco, ma non mi disse niente. Mi sentìì tranquillo, e già meditavo su come mettere le mani sui suoi panni sporchi...ma non ce ne fu occasione. La serata passò divertente, spensierata e terribilmente veloce.
    
    Ed ecco al punto in cui siamo tutti brilli, la metà è andata a letto, e l'altra metà è sparpagliata fra il salotto, la veranda ed il giardino. Decidiamo che sia il caso di andare a dormire..io vado a fumare una sigaretta. Al chiaro di luna, stanco morto.
    
    "Forse invece di fumare quella vuoi tenere un cazzo in bocca, che ne pensi?"
    
    Mi girai. Era Fabio. Lì, mezzo viso in ombra e mezzo illuminato. Con felpetta, pantaloncini, e una mano ambiguamente tra le gambe.
    
    "C-Come?"
    
    "Ma che te pensi, scusa? So quattro mesi che mi guardi ...