1. Il compagno di classe di mio figlio 3 - fine


    Data: 27/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Raccontando

    ... Allora andai via. Sentii la sua voce bagnata di lacrime che mi rincorreva ma non le diedi ascolto. Chiusi la porta alle mie spalle e sapevo che quello era il primo passo verso una nuova strada. La commedia era finita. La farsa aveva retto fin troppo.
    
    Non sapevo dove andare. Era una caldissima e afosissima giornata di luglio. Le strade erano ancora deserte, e cominciai a camminare senza una meta. Dopo poche centinaia di metri, appena svoltato un angolo, lo vidi fermo, in attesa. Luigi era più bello che mai. Sembrava mi stesse aspettando, come se sapesse tutto ciò che era successo o, per assurdo, come se lo avesse architettato lui stesso. Non sapevo spiegarmi se fosse una coincidenza o se quel ragazzo fosse stato inviato per stravolgere la mia esistenza. Pensai fosse un angelo, o meglio un diavolo. Era poco razionale tutto ciò, ma cosa lo era stato negli ultimi giorni? La sua presenza, quasi esoterica, mi scosse tremendamente ma mi attirò ancora di più a lui. Mi sorrise e io aumentai il passo per raggiungerlo prima possibile. Giuntogli davanti mi disse di andare a casa sua che non c’era nessuno. Ipnotizzato dal suo sguardo lo seguii senza indugio.
    
    Giunti nella sua casa mi prese dalla nuca e mi baciò con tale forza da togliermi il fiato. Gli afferrai il volto e ricambiai il bacio. Ormai non c’era più nulla per cui valesse la pena trattenermi. Finalmente ero libero di dare sfogo ai miei impulsi, alle mie voglie. La mia lingua esplorò ogni anfratto della sua bocca e lui me ...
    ... la succhiava avidamente. Sentivo il sapore della sua saliva che si mischiava con la mia. Le mie mani scesero sulle sue giovani chiappette sode e gliele strinsi talmente forte da fargli emettere un piccolo gemito. Gli leccai il collo, le orecchie e tornai a baciarlo.
    
    «Ti voglio Luigi» gli dissi con un fil di voce. Il cazzo mi scoppiava sotto la tuta da lavoro. Con una foga animalesca lo spogliai, strappandogli quasi interamente i vestiti. Era eccitato anche lui e il suo cazzo era durissimo. Mi fiondai e lo succhiai con avidità. In ginocchio davanti a lui gustai quel pene così saporito, dal profumo estasiante. Sentivo la sua cappella sfiorarmi le tonsille mentre le sue mani mi tenevano la testa. Lo spingevo tutto nella mia bocca fino a sentire le sue palle sul mento. Che sensazione divina. Avere un cazzo in bocca dà un senso di onnipotenza, di pienezza spirituale. Volevo che mi sborrasse in bocca, non avrei sprecato una goccia del suo caldo seme. Tuttavia mi fermò.
    
    «Mario mi dispiace per quello che hai visto , di tua moglie».
    
    Come cazzo faceva a saperlo? Ma in quel momento mi importava poco. Ne avremmo parlato in seguito.
    
    «Ti voglio Luigi, ti devo scopare.»
    
    «No, Mario, oggi tocca a me. Mettiti a pecora sul divano e allarga le gambe.»
    
    Non mi feci ripetere l’invito due volte. Sembravo impazzito sotto il suo comando. Mi denudai immediatamente e mi posizionai così come mi aveva chiesto. Con un incedere lento e sensuale Luigi mi raggiunse, si inginocchiò e cominciò ...