La madre del mio migliore amico
Data: 28/08/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: pato3
... Accettai il caffè. Lei prese il necessario, ma ancora una volta le cadde il cucchiaino. Questa volta per il nervosismo probabilmente.
“Qualcuno la sta pensando”, dissi io con la sicurezza di chi ha in testa solo una cosa.
“Eh, sì, chissà”, disse lei titubante mentre cercava il modo meno sconcio di chinarsi per prendere il cucchiaino, senza però apparire ridicola. Ma una cosa escludeva l'altra, dato che se voleva prenderlo doveva chinarsi dandomi le spalle, oppure doveva spostare il cucchiaino con i piedi verso di me e chinarsi senza darmi le spalle, ma facendo una cosa del tutto improbabile. Dato che la vedevo temporeggiare mi precipitai per raccoglierlo al posto suo. Lei aveva scelto di non apparire ridicola e si era chinata flettendo le gambe e con la schiena dritta nel tentativo di coprirsi, cosa che però mise ancora più pressione ai pantaloni e allargò lo spacco ancora di più. Io nel frattempo ero dietro di lei che però non potevo godermi la scena dato che lo spacco, che avevo sentito cedere, era coperto.
Si rialzò e dovette ammettere:
“Questi pantaloni dovrò buttarli”
“Perché?”, chiesi facendo l'ingenuo.
“Perché si sono strappati”, rispose lei più ingenuamente, credendo forse che davvero non me ne fossi accorto.
“Non li butti, mia madre ripara tutto se vuole”, poi, restando ingenuo – che ne sapevo io dove li aveva strappati – “posso vedere?”
“Ahm, ehm”, arrossì di nuovo, “a dire il vero è meglio di no, si sono strappati ma non è grave”
Vedendo ...
... che rimanevo incerto, aggiunse: “non è il caso che tu veda”.
“Ok”, poi sempre calato nella parte dell'ingenuo: “Oddio, mi perdoni! Non avevo capito che si erano strappati... là”.
Arrossì ancora. Non mi stava portando da nessuna parte però, e io avevo voglia sempre di più. Allora appena girò lo sguardo mi versai il caffè sui pantaloni, proprio...là. E Dio come faceva male. Gridai, ed era la cosa più sincera che avevo fatto da quando ero entrato.
La signora Venturini non poté far altro che accompagnarmi in bagno, dove mi calai i pantaloni e misi i gioielli sotto l'acqua fresca. Lei però, chiaramente, non era rimasta a vedere. Socchiuse la porta del bagno e andò a prendere un asciugamano. Tornò di nuovo dietro la porta in attesa che fossi pronto per asciugarmi e mi accorsi dallo specchio che stava guardando dentro, attraverso lo spiraglio. Allora continuai a passarmi acqua sulla parte, finché non mi venne il cazzo bello duro. Lei restava lì e guardava. Allora avevo delle chances, anzi, adesso doveva proprio darmela. Mi avvicinai verso la porta ma lei mi vide e si discostò. La guardai, col cazzo duro che puntava verso di lei e tesi la mano per avere quell'asciugamano. Lei tentennò, quasi a non volermelo dare.
“Posso vedere i suoi pantaloni ora?”, chiesi puntando tutto su quella domanda.
“Non so se è il caso”, disse avvicinandosi e porgendomi l'asciugamano.
“Secondo me, è proprio il caso”, risposi sicuro.
Mi inginocchiai lentamente, con l'asciugamano in mano e ...