1. Il marito di mia madre


    Data: 31/08/2018, Categorie: Etero Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69

    Il marito di mia madre
    
    Riparto dal momento in cui nel precedente racconto faccio la cagnetta obbediente e la mia padrona mi dice: «Adesso ti sverminiamo Fuffy». Raggiunge Jasmine, la schiava somala, reggendo la bacinella nella quale abbiamo pisciato tutte tre. La statuaria negra ha nelle mani un mezzo metro di tubo di gomma, con la circonferenza d’una moneta da un euro, una estremità ogivale.
    
    Jasmine si scopa con quell’attrezzo fino all’orgasmo, poi porta al godimento alla stessa maniera la padrona, che mi dice:
    
    «Fuffy lo ungiamo bene con i nostri umori così non ti facciamo male al culetto». A quelle parole sento il formarsi d’un nuovo orgasmo negli anfratti del mio cervello; adesso il tubo ce l’ho piantato nello sfintere fino a occuparmi tutto il retto, Jasmine incastra un imbuto all’estremità esterna e la signora adoperando una mano ci versa dentro piano l’orina che ha travasato in un innaffiatoio privo del terminale bucherellato, intanto che con l’altra mi masturba. Il clistere mi procura un piacere perverso ed io imploro:
    
    «Si così masturbami, di più, di più che sto godendo!»
    
    Spalanco gli occhi in piena sovreccitazione e, contrariamente a quello che quasi sempre succede nei sogni, vengo. Sul letto di fianco a me c’è la timida Sonia, la compagna di mio padre, rossa in viso, che mi sta facendo un ditalino e contemporaneamente si masturba. Non è il momento di fare domande, io ho goduto, lei ancora no, allora le procuro l’orgasmo con una magistrale leccata. Poi ...
    ... la guardo interrogativamente e lei mi dice:
    
    «Mi avevi detto di svegliarti alle nove che devi andare a una festa; sono entrata e tu smaniavi nel letto dicendo:
    
    «Si così masturbami, di più, di più che sto godendo!» Allora non ho resistito e ti ho masturbato. La bacio sulla bocca.
    
    «Sarà una bella estate; io e Sonia nella stessa casa, con mio padre che ci raggiungerà solo nei fine settimana … e che week end saranno».
    
    Franco, colui che ho definito mio padre in verità altri non è che l’ex marito di mia madre, se l’era preso più giovane di dieci anni e senza soldi e per altri dieci l’aveva schiavizzato; però lui che non è uno stupido, lavorando da dirigente nella nostra azienda, aveva saputo capitalizzare le molte conoscenze, così che, quando s’era accorto d’essere cornuto, l’aveva piantata, mettendosi in proprio e in più aveva preteso una congrua buonuscita.
    
    Quand’era successo, io allora diciottenne, avevo scelto d’andare via con lui.
    
    Ne avevo sedici quando lui mi aveva sorpreso all’interno del labirinto di siepi della nostra villa sul lago, intenta a farmi leccare la fica dal nostro barboncino; avevo urlato nell’orgasmo, poi il cagnolino s’era sdraiato a pancia in su per ricevere il suo meritato compenso ed io, ancora immersa nei rimasugli di piacere, gli avevo fatto la seghina compensativa: “…do ut des”. In fin dei conti anche noi umani apparteniamo al genere animale ed è giusto comportarsi bene con loro e rispettare i loro fabbisogni.
    
    Avevo aperto gli occhi ...
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