1. Il marito di mia madre


    Data: 31/08/2018, Categorie: Etero Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69

    ... e avevo visto Franco sorridente al di là della barriera vegetale; non era stato a perdere tempo a cercare la strada per raggiungermi, era uno sportivo di ventotto anni allenato, gli era bastata una breve rincorsa e uno salto con stile “ventrale”, per atterrare sul tappeto erboso al mio fianco.
    
    Senza perdersi in preamboli, se l’era tirato fuori e io non avevo fatto la pudica prendendoglielo subito in mano, mentre lui mi aveva messo la sua a coppa sotto la fica e m’aveva detto di fare pipì. Aveva quindi incollato le bocca sulla mia, con la lingua gonfia e raspante che mi rovistava il palato.
    
    La mia urina era scivolata fuori dall’uretra dandomi un piacere fino allora sconosciuto ed era stato con quello stesso liquido che m’aveva lavato accuratamente la fica, insistendo a strofinarmi il clitoride, portandomi quasi all’orgasmo, per poi farmi godere con la sua inverosimile lingua, intanto che io mi contorcevo per riuscire a succhiarglielo.
    
    Proprio nell’attimo dei contemporanei orgasmi mi aveva spinto il dito dentro la vagina, fermandosi però alla barriera dell’imene ancora intatto; ero stata però io che gli avevo preso il polso, per fargli capire che volevo che andasse oltre e un attimo dopo mi scopava con il medio intanto che mi leccava il clitoride. La sua cappella la sentivo gonfia e calda dentro la mia bocca, il cazzo lo menavo piano, fino a quando iniziò a sobbalzarmi nella mano mentre i getti densi di sperma mi deflagravano nella gola; avevo allora intensificato il ...
    ... ritmo della masturbazione e della succhiata e altrettanto faceva lui con lingua e il dito. Quando smise lui interruppi anch’io, dopo di che ci guardammo complici sorridendo.
    
    «Penso che d’ora in poi non avrai più bisogno di fartela leccare dal cane; te la ho lavata con la tua pipì apposta per non mettere la lingua dove l’aveva messa lui». S’era poi coperto il dito col fazzoletto e me l’aveva infilato nella vagina, per ritirarlo appena un po’ sporco di sangue:
    
    «Per ora non abbiamo combinato guai; guardiamo di continuare così. Perché tu vorrai farlo ancora, è vero»? Per tutta risposta gli avevo preso il cazzo scappellandoglielo fino in fondo, per poi risalire l’asta con due dita e succhiare la larga goccia di sperma che era comparsa sul prepuzio.
    
    «Sei una puttanella». Mi aveva detto e io di rimando:
    
    «Alle superiori mi sono curata l’acne massaggiandomi il viso con lo sperma dei miei compagni di classe, che facevano la coda per venire a casa nostra con la scusa di studiare, per farsi fare invece seghe e pompini e non solo da me. Coinvolgevamo anche Luz la domestica sudamericana, ha più di cinquant’anni, è almeno venti chili sovra peso, però l’ho fatta diventare una maialona. Io ne avevo quattordici quando abbiamo fatto per la prima volta il 69, poi m’aiutava a far godere gli amichetti e se li è sverginati tutti».
    
    Franco aveva riso e al mio sguardo interrogativo, mi aveva detto:
    
    «Credi d’averla iniziata tu per prima? Tua madre l’aveva mischiata nei nostri giochi ...