1. La collega d'ufficio (3)


    Data: 01/09/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Re Artù

    LA MIA COLLEGA (3) Alle quattro del pomeriggio ricevetti una e-mail:” Signore, fra cinque minuti in archivio. Silvana”. Era il solito appuntamento con il direttore che non volli perdermi e li precedetti di poco, mi misi nella mia posizione da dove potevo gustare lo spettacolo: arrivò prima il direttore e subito dopo Silvana, sapendo di essere osservata, operò delle varianti allo spettacolo: il capo come al solito si abbassò i pantaloni, lei gli abbassò anche gli antiquati slip e lo fece girare: immaginai immediatamente quello che gli avrebbe fatto e lo invidiai profondamente: si inginocchiò dietro di lui, gli carezzò le palle pelose e poi tuffò il suo viso fra le chiappe flaccide e la vidi leccare con voluttà il buco del culo coperto di pelo spesso; dopo un poco allontanò il viso si voltò verso di me e sorridendo inserì un dito e prese a girarlo e spingerlo fino in fondo: sentivo il direttore ansimare, pensai che se avesse seguitato gli avrebbe fatto venire un colpo, tolse il dito e guardandomi lo portò alla bocca e lo leccò come un gelato allo stecco: poi lo fece girare e ingoiò il piccolo pisello appena appena gonfio; il capo sudava e sbuffava, notai che Silvana fece sparire la sua mano fra le proprie cosce. Non resistetti e tirai fuori il cazzo e presi a masturbarmi: intanto il direttore era venuto con la sua solita modesta quantità di sperma e Silvana, questa volta, sempre guardando nella mia direzione, lo ingoiò. Appena il direttore fu uscito, la chiamai, la feci ...
    ... avvicinare, inginocchiare davanti a me le scaricai la mia voglia in bocca; non ne perse nemmeno una goccia ed ingoiò tutto:” Grazie, signore!”. Era entrata nella parte e capii che la divertiva, ne avrei avuta una prova decisiva quella sera stessa. Alle sei del pomeriggio, rimasti soli in ufficio, si presentò nella mia stanza; si mise in piedi davanti alla mia scrivania con le braccia incrociate davanti a sé, lo guardo basso in attesa dei miei ordini. Spensi la luce centrale, le puntai la lampada da tavola, quasi un occhio di bue, e le ordinai di spogliarsi: obbedì immediatamente improvvisando uno strip tease silenzioso, ma, comunque, arrapante. In cinque minuti rimase nuda, era bellissima, seni sodi, ventre scolpito e pube perfetto, gambe chilometriche tornite e sode: la feci avvicinare ed andai a cercare il cordino che le usciva dal culo: la feci piegare con il viso ed i seni appoggiati sulla scrivania e mi accucciai dietro di lei: cominciai a tirare ed ecco comparire il plug nella sua parte più larga, che le provocò un gridolino nel momento in cui il suo ano si allargava; lo lasciai qualche secondo in quella posizione così che quando lo feci uscire il suo buco rimase aperto, facendo intravvedere un tunnel scuro, che pulsava: era la prima volta che “vedevo” l'orgasmo anale, ero abituato a sentirlo sul mio cazzo, ma vederlo....Odorai il plug; non era un odore piacevolissimo, capirete dopo un giorno di stazionamento nel retto non poteva essere rose e fiori, lo portai davanti al viso ...
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