1. Gigolò a settant'anni Cap 1


    Data: 02/09/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Chiodino

    ... legata, dolorante e con un cazzo di plastica che mi spunta mezzo dentro e mezzo fuori dal sedere. La ucciderei in questo momento, mi limito ad abbassare gli ochhi . Un attimo di pazienza Lisetta e poi mangio. Un attimo di pazienza per cosa? Mi scopa o mi vuol rompere il sedere? Il sedere me lo ha già rotto, ma non credo per lui conti il cazzo di plastica. Aspettami qui bella schiava, vado a lavarmi le mani, non andartene. Anche derisa! Cambiala, mettile il tre. Quando torna è fatto e mi sembra di avere in corpo un palo. Mi ha fatto male facendolo entrare ed adesso mi tira da morire, mi sento lacerare, stringo gli occhi per non dare a quella la soddisfazione di vedermi piangere e perchè mi fa paura. Lui, devo ricordarmi di chiamarlo Padrone e con deferenza, è tornato. Mi sposta in su ed lo appoggia all'imbocco della fica, adesso mi penetra, mi chiava, mi chiava. Si muove un poco. Sta mangiando e sento alcune briciole cadermi addosso. La donna di servizio guarda interessata. Resta qui per suo ordine, non ho dubbi, ed allora apro gli occhi, la fisso. Il Padrone non sembra aver ancora deciso cosa fare. Si era spostato ed aveva premuto sul buchetto dietro di nuovo liberato, facendomi torcere per il male. Non è entrato, ha solo premuto un poco. Si ritrae, di nuovo punta la f, di nuovo preme. Dio mio, non è protetto. Sono in un giorno fertile? No, viene fuori, anzi non è entrato per niente. Un pianto liberatorio mi squassa quando vengo slegata. Mi porta in un bagno piccolo ma ...
    ... civettuolo, passa la spugna sul corpo sudato, mi asciuga e deve sostenermi. Di nuovo sul divano guardo questa stanza con occhi diversi, sarà il mio inferno, penso. Mi lascio però abbracciare, lo fa con una certa gentilezza senza però trattenersi da nulla se non possedermi; no, non si rifiuta nient'altro. Ad un mio gesto di ripulsa mi pone sulle sue ginocchia e mi porta a piangere di dolore. Non credevo che essere sculacciata fosse così doloroso. Le dita di tanto in tanto percorrono la riga del sedere e giungono carezzevoli al mio sesso, vi insistono fino a farmi quasi gemere e non di dolore. Di nuovo sono seduta col suo membro che preme sulla riga del sedere. Mi vuole così, ma farà male. E' il dolore che temo, tutto il resto non importa mi porge il telefonino. Lo guardo meglio, è il mio. Poi, quando mi fa cancellare le immagini sul suo vecchi portatile capisco. Mi mancano le forze, non è vero niente, non mi sta ricattando, mi ha fatto però capire cosa voglia dire pensare, credere, di essere sul serio una schiava. E' calda tra le mie braccia. Ha capito. E' lei ora a stringersi a me, a baciarmi, a cercare sia pure timidamente le carezze, anche le più intime. Mi chiama Padrone. Potrei prenderla ora, non ci sarebbero problemi, direi che non aspetti altro. Devo però riposare. E' arrivato un messaggio delle gemelle e ho detto a Lisetta di accettare. Significa una grossa somma ma sono le regine del pompino, mi sfiancano e rognano se mi trovano poco in forma. Protestano anche se la tavola ...