1. Eleonora 8


    Data: 06/09/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Italy456987

    ... come non l’avevo mai visto, le goccioline uscivano in continuazione, era in uno stato di eccitazione pazzesca.
    
    Io pensavo di essere senza limiti ma forse lui mi batteva.
    
    “Metti il sedere in terra e la nuca sul cuscino che mi voglio sedere sulla tua faccia…”
    
    Mi sedetti su di lui che ansimava quasi soffocando ma leccava con passione mentre il suo uccello vibrava dall’eccitazione.
    
    Era bellissimo ma io avevo bisogno di un uccello vero……avrei voluto Gianni insieme al signore dell’autobus di 5 anni prima.
    
    Mi tornò in mente la seconda volta che lo avevo incontrato sull’autobus: fu pochi giorni dopo, durante i quali avevo fatto i soliti pompini ai miei amichetti ma il bidello non si era più fatto vedere forse per paura di perdere il lavoro ed io viaggiavo tutti i giorni col portasigari nel culetto sperando di essere seviziata.
    
    Quando capii che il cazzo del bidello non lo avrei più visto decisi di accontentarmi degli amichetti e appena fummo in bagno mi girai mostrando il culetto con l’oggetto dentro e attesi gli eventi.
    
    Un secondo dopo avevo già un cazzetto dentro che era circa della grandezza del portasigari ma era caldo!!!
    
    La sensazione di sentirlo entrare e uscire così caldo era tutta un’altra cosa rispetto all’oggetto e i miei gemiti di piacere fungevano da stimolo perché mi stava inculando come un forsennato.
    
    Non sapevo neanche chi fosse dei due, non mi interessava, mi bastava sentire il membro caldo che mi penetrava e decisi che il culo lo avrei dato ...
    ... ogni giorno era troppo bello.
    
    Mi incularono entrambi a turno mentre quello in attesa se lo faceva succhiare dalla mia bocca affamata e in 15 minuti riuscirono a venirmi due volte a testa nel culetto senza raggiungere la quantità assurda di sperma che mi aveva riversato il bidello, ma comunque facendomi tornare in classe bella farcita e soddisfatta, mentre loro camminavano a un metro da terra dalla felicità.
    
    Fu proprio quella volta che incontrai di nuovo il signore dell’autobus e questa volta di nuovo all’ora di punta.
    
    Mi trovai la sua patta accanto alla guancia e mi appoggiai subito felice a quella bastone di marmo, trovando anche il coraggio per infilare una manina e carezzarlo sulla pelle nuda.
    
    Purtroppo il tempo pareva fermarsi in presenza di quella colonna di alabastro e la mia fermata giunse in un attimo e dovetti scendere seppur a malincuore.
    
    Lui mi seguì ma io gli dissi:
    
    “mi dispiace tanto vorrei giocare col suo pisellone ma devo andare a casa di corsa.. se vuole posso uscire dopo mangiato”
    
    Lo dissi tutto d’un fiato per trovare il coraggio per quelle parole, che soltanto a pronunciarle mi fecero bagnare tra le gambe e stringere il culo intorno all’intruso.
    
    “io ho un negozio di scarpe in via (….) apro alle 16 ma se riesci a venire verso le 15,30 sarò lì ad aspettarti”
    
    “si…ci sarò……”
    
    Risposi e scappai col cuore in subbuglio e la fichetta in fiamme
    
    La mia mano che bussava alla porta chiusa del negozio due ore dopo fu il ricordo successivo ...