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Eleonora 8
Data: 06/09/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Italy456987
... altro ma il pisellino rimase durissimo per tutta la ceretta, io mi prendevo il piacere quando volevo grazie alla sua linguetta ubbidiente ma avevo una voglia di cazzo spaventosa e mi sentivo frustrata. Mi sfogai sul maritino colpevole di non possedere quello di cui avevo bisogno in quel momento. “ho tanta voglia di un cazzone e per colpa tua non posso soddisfarmi, vieni qui e mettiti a quattro zampe” Si posizionò come gli avevo ordinato e osservai un culo spettacolare che non aveva proprio niente di maschile. Iniziai a sculacciarlo con forza per sfogare su di lui la mia insoddisfazione e dopo poco aveva le natiche viola e a me facevano male le mani ma quello stronzo aveva ancora il pisello di marmo, io volevo punirlo ma lui godeva. Andai in bagno e tornai con un flacone del deodorante dalla forma cilindrica piuttosto grosso e tolto il cetriolo glielo infilai tutto in culo con cattiveria e poi non contenta gli presi i capezzoli e li strizzai con tutta la forza che avevo. Non so perché mi accanissi contro di lui ma ero troppo insoddisfatta. Volevo farlo soffrire ma quel maiale mi fregò di nuovo: appena avevo iniziato a strizzargli i capezzoli cominciò una stranissima danza col bacino ed, emettendo uno stranissimo lamento, venne sul pavimento senza neanche toccarsi. Andammo a letto con me incazzatissima e il cornuto, al quale avevo rimesso il cetriolo nel culetto, felice come una pasqua sdraiato col culo fuori ancora rosa dalle botte prese. Io però ...
... smaniavo, perché era divertente schiavizzarlo ma volevo essere spaccata da un pisellone enorme e l’attesa era veramente insopportabile. Dopo una notte quasi insonne mi alzai con una cosa in mente ben chiara. Durante la notte non avevo fatto altro che pensare al signore del negozio di scarpe con quel cazzo imperiale che non avevo più rivisto perché fummo trasferiti in un'altra città a una cinquantina di chilometri di distanza che però adesso, avendo la patente, non rappresentavano più un ostacolo. Andai al lavoro dove Gianni mi attendeva curiosissimo pieno di domande su Franco e su cosa sarebbe successo la sera ma io mi divertii tantissimo a fare la misteriosa e tenerlo sula corda. Quando a un certo punto tirò fuori quella bestia dai pantaloni persi momentaneamente il controllo del gioco perché la vista di quella cappella immensa mi confondeva le idee e in un attimo mi ritrovai in ginocchio a succhiare quel randello mastodontico con una foga incredibile. Era tutta la notte che sognavo un cazzo enorme. Dopo averlo succhiato per una decina di minuti trovai la forza di staccarmi. “adesso basta, stasera devi essere infoiato al massimo, ti voglio con la bava alla bocca” “ma che cazz…..” Fu la sua risposta quando vide che mi alzavo e mi mettevo il cappotto “…ma dove vai……” “mi serve la mattina libera per organizzare la serata, sono sicuro che se mi coprirai col capo, stasera ti divertirai da matti……” “mah….non ci capisco nulla, comunque prenditi ...