ICO “Tribute” - Il Castello nella Nebbia
Data: 22/09/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Alba6990, Fonte: EroticiRacconti
Il sole estivo filtrava attraverso le fronde degli alberi. La foresta era piena di vita, aveva un’atmosfera quasi magica. Il canto degli uccelli la rendeva ancora più idilliaca e tranquilla. Un luogo di pace e di armonia. Le foglie verde smeraldo disegnavano forme oscure sul terreno erboso e la leggera brezza marina le faceva frusciare l’una contro l’altra. Il mare era vicino. Il sale si sentiva nell’aria. E il piccolo sentiero che stavano percorrendo Ico e i cavalieri era leggermente in salita. Lo scalpitio dei cavalli faceva tremare il sottosuolo e i loro zoccoli lasciavano le loro impronte sul terriccio umido. Gli uomini li cavalcavano senza fiatare, dietro i cappucci che celavano i loro volti. Il gruppo era costituito da tre cavalieri: Ico era tenuto in braccio da quello di mezzo, in modo tale che anche se avesse tentato la fuga, non avrebbe avuto scampo. Ico, ormai, aveva compreso l’inutilità delle sue grida di aiuto e pietà e aveva sostituito le sue suppliche con un pianto e una protesta silenziosi, dimenandosi sempre più debolmente mano a mano che si avvicinavano alla scogliera. Il suo destino era stato segnato la notte in cui era venuto al mando, quando sua madre, dopo un attimo di immensa felicità, aveva lanciato un grido di terrore tale da risuonare in tutto il villaggio, tagliando l’aria notturna come una lama affilata. Il neonato aveva le corna. Piccole, sì. Ma pur sempre un paio di corna ben distinguibili. Ico era maledetto. Tutti i ragazzi nati con le corna ...
... lo erano. Portavano disgrazia: i campi diventavano impossibili da coltivare, il bestiame moriva, i membri del villaggio si ammalavano. Le loro sofferenze terminarono il giorno in cui Ico compì dodici anni: i cavalieri incappucciati si erano recati al villaggio, strappando il ragazzo alla sua famiglia, la quale non aveva versato una lacrima per lui. Egli doveva essere sacrificato per poter riportare la pace e l’armonia nella comunità. Il sentiero divenne più ripido, i cavalli si sforzarono di più per trasportare gli uomini e i ciottoli del sentiero rotolavano verso valle. Poi, i loro zoccoli incontrarono un terreno duro, costruito dall’uomo, una terrazza fatta di pietra. Si fermarono. Ico poteva sentire le onde del mare infrangersi contro l’alta e ripida scogliera, ma non riusciva a vedere niente da quanto era fitta la nebbia. Strizzò gli occhi per provare a scorgere una forma, qualcosa, ma niente. Poi, il cavallo sul quale era in groppa, si impennò di colpo, squarciando il rumore delle onde con un nitrito. La nebbia cominciò a diradarsi e il ragazzo vide delle sagome attraverso il banco. Quelle sagome appena accennate divennero delle vere e proprie forme, poi delle mura, delle torri. Il Castello nella Nebbia. Il suo cuore perse un battito, la sua pelle dal colore olivastro divenne di colpo di un verde pallido. La nausea si impossessò di lui, gli veniva da vomitare. Il suo destino lo aspettava dietro quelle mura. I cavalieri percorsero un sentiero scosceso che portava alla ...