1. ICO “Tribute” - Il Castello nella Nebbia


    Data: 22/09/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alba6990, Fonte: EroticiRacconti

    ... spiaggia. Ico avrebbe preferito di gran lunga gettarsi da cavallo e morire per la caduta, piuttosto che entrare in quel luogo maledetto e abbandonato. Quanta ironia in tutto ciò: lui era maledetto perché aveva le corna e aveva timore di entrare in un luogo noto per le maledizioni e leggende che lo abitavano. Una piccola barca di legno li attendeva arenata sul bagnasciuga. La nausea e il senso di oppressione aumentavano mano a mano che si avvicinavano alla mastodontica fortezza. Agli occhi di Ico sembrava più grande e possente di quanto già non lo fosse, soprattutto vista dal basso. L’acqua era calma e tranquilla. Non ebbero alcuna difficoltà a raggiungere l’ingresso al livello del mare, la barca solcò le onde senza problemi. Legarono la barca ad un piccolo paletto piantato nel terreno ed entrarono in un cunicolo oscuro che li portò all’interno di una torre imponente. Ico guardò verso l’alto, quasi inarcandosi con la schiena, senza vedere la fine della struttura. La torre era completamente vuota, fatta eccezione per un gigantesco pilastro cilindrico situato al centro e che saliva verso l’alto all’infinito. Su una parte di esso si trovava una porta bloccata da due altari costruiti con una strana pietra verde acqua. Ico osservò meglio i pilastri e si sentì ancora più male quando notò che gli idoli di pietra erano due ragazzini con le corna, esattamente come lui, rannicchiati su sé stessi. Come se stessero piangendo. Soli. Abbandonati. Morti. Sapeva che sarebbe stata questione ...
    ... di pochi minuti prima di diventare come loro. Non voleva morire! Non aveva fatto nulla di male, dannazione! Non era stata colpa sua! Stupide corna! Ico doveva fuggire. Constatò che c’erano solo due dei tre cavalieri di guardia. Poteva avere una possibilità. Non gli importava arrivare a riva a nuoto, contava solo la sua vita. Non sarebbe stato in grado di recuperare la barca con quelle manette di ferro che aveva ai polsi. Ma il suo piano improvvisato di fuga ebbe vita breve. Anzi, non venne proprio attuato, perché il terzo cavaliere comparve dal cunicolo con qualcosa in mano. “Prendi la spada.” Disse lapidario il cavaliere che faceva da guardia a Ico. La sua voce era attutita dal cappuccio, ma sembrava essere già di per sé cupa e tenebrosa. L’uomo si avvicinò con estrema calma ai due idoli che bloccavano il passaggio ed estrasse dal fodero che teneva tra le mani una parte di una spada che produsse, non appena posta davanti ai due altari, un lampo accecante. Ico dovete coprirsi gli occhi con le mani legate, indietreggiando di un passo. Il cavaliere ricoprì l’arma e la pietra si illuminò per qualche secondo. Gli idoli si mossero. Si spostarono ai lati della porta, permettendo al gruppo di proseguire. Entrarono nella struttura cilindrica, che si dimostrò essere un vero e proprio ascensore circolare. Una piattaforma in pietra che venne azionata attraverso una leva da uno dei cavalieri e che cominciò a salire. Il rumore dei rulli di roccia rimbombava nella torre e nelle orecchie di ...