Mal d'Africa ( Alla maniera di Tibet ) Pt.4
Data: 10/09/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Hermann Morr
... mare, a volte ci posiamo sulla superficie e per gioco ci lasciamo trasportare dai sentimenti, finchè durano, ma non ci è dato di scendere nel profondo. Sappiamo cosa c'è sotto la superficie del mare solo grazie a voi, non possiamo avere emozioni vere, ma possiamo nutrirci delle vostre, così come gli Angeli si nutrono del vostro dolore. Perchè tra tutti siete voi quelli fatti a Sua immagine, e solo attraverso di voi possiamo avere un riflesso della Luce. Così, posso prendere da te, ma non posso darti le cose di cui avresti bisogno, non sono io la soluzione, e non posso rimanere con te a lungo. " " Quanto tempo rimane allora ? " " Poco. Usalo bene, vieni sopra e fammi sentire il tuo peso. " Il senso di urgenza nella sua voce mi aveva rianimato, la rovesciai di schiena, lei aveva fatto tutta quella cosa elaborata, io invece fui fisico e basta. Schiacciata, chiavata alla cieca con la faccia nel tappeto, la sua sulla mia spalla, non una parola. Fu bello, sono cose che a parole sembrano noiose, non si possono spiegare, ma fu bello. E alla fine di tutto la lasciai andare, era in piedi a guardare il mare, io ancora seduto su quel tappeto. " Adesso cosa succede ? " " Adesso, io torno a volare come un uccello marino, e tu torni a vivere le conseguenze delle tue azioni, come ...
... tutti. " Fece un passo fuori dalla caverna, eravamo a un punto in cui non mi sarei stupito nel vederla volare davvero. Invece tornò indietro e si mise ancora in ginocchio davanti a me. " Un'ultima cosa, Cemilyum. C'è un pensiero nella tua mente, delle parole. Dimmele, voglio sentirle dalla tua voce ! " " Io ? Parole ? " " Si, ci sono, le stai pensando. " " Ah bè, ma quel che ho in mente non sono parole mie, è un ricordo, una storia di Paperino. Si, stavo pensando alle ultime parole di una storia di Paperino, figurati. " " Tu dimmele. " Capivo che il suo tempo era veramente finito, si stava svegliando da un sogno, io , il nostro mondo, per lei solo un breve sogno. Con un sospiro anche io mi misi in ginocchio come lei, presi le sue guance tra le mie mani. Vedevo chiaramente due figurine di me stesso riflesse nei suoi occhi. " Hak dostum hak ! Dovere, Tempo, Destino, tutto tende a separarci e, di fatto, ci separa. Ma... il sentimento non conosce distanze e mi unisce a te, come se avessi sempre la mia mano sulla tua ! " Mentre dicevo queste parole, mi sembrava che i suoi occhi si facessero sempre più grandi, fino a occupare tutto e avvolgermi nel buio. Vedevo me stesso come una sagoma rossa cadere indietro, non mi preoccupavo, lei non mi avrebbe lasciato battere la testa. Buio.