1. La casetta sull'albero


    Data: 16/09/2018, Categorie: Lesbo Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69

    ... loro letti uniti e chiedevo che cosa stesse succedendo, mi chetavano dicendomi che l’una o l’altra avevano qualche fastidioso mal di testa, di pancia, di denti. Erano state loro a dirmi di non spaventarmi qualora avessi scoperto che mi usciva del sangue dalla micetta, come appunto era già da tempo successo a entrambe.
    
    Un pomeriggio, avevo ormai quattordici anni, stavo appisolandomi nuda sullo scoglio, quando un piacevole calore s’era irradiato per tutto il mio corpo, m’era venuto allora istintivo accarezzarmi con una mano i capezzoli appena sporgenti al centro delle tettine che da un po’ di tempo s’erano gonfiate.
    
    L’altra mano l’avevo appoggiata appunto sulla micetta da dove partiva quel piacevole languore e l’avevo ritirata, bagnata di mestruo. Il solo essermela toccata mi aveva fatto capire che stavo per fare una sconvolgente scoperta. Più andavo in esplorazione lungo tutta la fessura, più capivo che dovevo insistere, così, come le mie dita cominciarono a toccare il bottoncino, la sensazione più meravigliosa che mi fosse capitata fino a quel momento, esplose nel mio inguine, costringendomi a intensificare il movimento.
    
    Un lungo gemito mi scaturì dalle labbra, soprafatto subito dall’applauso che mi stavano facendo Carlotta e Laila, che risalite dalla pozza mi avevano sorpreso in quell’atteggiamento:
    
    «Evviva! Alda è diventata donna anche lei.» Aveva detto Laila e subito Carlotta aveva aggiunto:
    
    «Come ti abbiamo insegnato tutto il resto, t’insegneremo anche ...
    ... questo; adesso però andiamo a casa che ti dobbiamo mettere il pannolino».
    
    Ero diventata donna però continuavo ad essere la loro bambolina ed ero contentissima.
    
    «Raccontaci cosa hai sentito quando ti sei toccata li»? Mi disse Laila dopo che avevamo consumato la cena, che i nonni pazientemente ci avevano portato alla nostra casetta.
    
    «Non lo so spiegare, però è stata una cosa bellissima che non avevo mai provato prima…» Stavo rispondendo, quando, sempre lei, m’interruppe per dire, rivolta a Carlotta:
    
    «Adesso la istruiamo sul bacio, poi su tutto il resto. Ti va Alda?» Era però una domanda inutile, perché sapevano che a me piaceva tutto quello che mi facevano.
    
    Eravamo in luglio e ci spogliammo; nessuna di noi tre sarebbe diventata una donna da urlo, una di quelle che gli uomini fischiavano loro appresso, però non eravamo e non siamo da buttare. Carlotta non molto alta, grandi seni, rossa di capelli e con il cespuglio folto e fiammeggiante nel pube. Laila, più alta di lei, nera ed un po’ mascolina, non porta tuttora reggipetto sulle tette neanche troppo piccole che si reggevano da sole. Io bionda, tettine appena sbocciate, peli lisci e radi che facevano spiccare il taglio roseo del mio sesso.
    
    Laila mi era venuta davanti, mi aveva appoggiato le mani sui fianchi, mentre con la sua bocca copriva la mia facendomi correre un brivido lungo la schiena, contro la quale sentivo premere i grandi seni di Carlotta, mentre le sue labbra mi passeggiavano sul collo.
    
    Non sapevo ...